domenica 29 dicembre 2013


Liquidazioni frutta estiva 2013



Se non sarà proprio così poco ci manca!!
I dirigenti di certe O.P e coop.ve si vantano dei prezzi di listino, e pensano ancora che noi agricoltori crediamo ancora alla.....

Ma che arriverà da noi è questa....

 perchè se guardiamo, l'estratto conto e facciamo 

il calcolo della PLV non ci resta molto in tasca.
Poi ci sono realtà e situazioni diverse ma di sicuro i nostri bilanci non brillano!!
Dato che tutte le strutture organizzate hanno dichiarato un -20% di pesche e nettarine, anzi Agrintesa non ha dichiarato il dato esatto e con prezzi appena sufficienti in luglio e scarsi in agosto come può essere considerata un annata positiva??
Forse lo è per le strutture, ma si sa i dirigenti non pensano ai soci, ma solo alla struttura o alla loro poltrona!!
Per non parlare poi delle albicocche dove mancava un 50% del prodotto, annata discreta solo per le susine estive, pere e mele tra luci ed ombre!!

 Intanto vi segnalo questi IMPORTANTI  link:
Agrilinea : 

Brevettare conviene ??

 http://www.agrilinea.tv/site/index.php?option=com_content&task=view&id=587&Itemid=1


Fotogallery
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.498615790236037.1073741863.187220948042191&type=1


Ascoltare bene l'inizio dove si fa notare che alcune O.P non hanno dato il permesso ai loro tecnici o addetti di partecipare alla trasmissione la dice lunga sulla voltontà delle nostre O.P di valorizzare le nostre produzioni!
 


martedì 17 dicembre 2013

IMU 2014
Il Ministro De Girolamo ci ha letteralmente INGANNATI!!!
 
Ha detto che avrebbe fatto di tutto per non farci pagare l'IMU, invece..... nulla ha fatto!! 
E ancora peggio  ha fatto il PD che non ha fatto altro che cercare un modo per mettere dei contributi PAC (psr) e non, nelle casse di...... qualche potente associazione?!?! 

 Dopo che per anni la Coldiretti ha appoggiato Berlusconi ora il PD vuole "riportarla" tra le proprie file, cercando come abbiamo visto i giorni precedenti col "tesoretto" della FEDERCONSORZI e ora cercando di finanziare con i contributi PAC, i consorzi di Bonifica e le associazioni allevatori, le "vecchie AIA" ormai al fallimento!!!!  
E poi l'opinione pubblica dice che agli agricoltori arrivano molti contributi a fondo perduto, .....più che altro si perdono tra politica e i burocrati delle associazioni !!!
 

Notizie dalla stampa online

PAC, ANCORA NESSUNA IPOTESI SUL TAVOLO PER AGRICOLTORI. SI ASPETTA MERCOLEDI’PSR, POLITI: NO A PIANO BIODIVERSITA' E IRRIGUO. MEGLIO SU RICERCA E PROTEINE VEGETALI

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Il Mipaaf lavora sui Piani di Sviluppo rurale, il Psr, ma ancora nulla di fatto per quanto riguarda la Pac, per cui l’Italia è indietro rispetto agli altri paesi europei. Sono passati diversi mesi dalle 53 “preguntas” anticipate da Agricolae che il governo spagnolo pose alle associazioni e agli operatori agricoli al fine di mettere sul tavolo una proposta per l’applicazione della riforma che potesse “piacere” agli addetti ai lavori. Per ora in Italia si ha un appuntamento per il prossimo mercoledì 18 dicembre tra ministro e associazioni. Nessuna ipotesi sul tavolo e nessun incontro precedente. E da smentire le voci per cui ci sarebbero stati degli incontri sulla Pac tra De Girolamo e i presidenti delle organizzazioni agricole.

Per ora “nessuna ipotesi sul tavolo, aspettiamo la riunione del 18. Tutto ancora da discutere”, spiega ad AGRICOLAE Giuseppe Politi, presidente della Cia e coordinatore di Agrinsieme.

Per quanto riguarda le ipotesi messe sul tavolo sui Piani di Sviluppo rurale (i 4 piani nazionali relativi alla gestione del rischio, lo Sviluppo, l’irriguo e la biodiversità) Politi si dice “d’accordo con Guidi”: “Giudichiamo positivamente i piani sulla gestione del rischio e sullo sviluppo, ma non siamo d’accordo su quelli relativi al piano irriguo e alla biodiversità”. “Avremmo voluto – prosegue – un Piano nazionale sulla ricerca e un Piano nazionale sulle proteine vegetali, temi che veramente potrebbero dare una mano agli agricoltori”.

Notizie dalla stampa online

PSR, OLIVERIO (PD): SCONCERTATO PER DICHIARAZIONI CONTRO PIANO IRRIGUO NAZIONALE

“Apprendo con sconcerto alcune dichiarazioni rilasciate da autorevoli esponenti di Organizzazioni Professionali Agricole, che esternano contrarietà all’utilizzo di fondi PSR per il 2 ° Piano Irriguo Nazionale. Non tengono in considerazione che si tratta di fondi aggiuntivi rispetto a quelli destinati al nostro Paese nell’ambito della nuova Politica Agricola Comune e, soprattutto, evidenziano un’ingiustificata divisione nel mondo agricolo, indebolendo così il supporto alla fondamentale azione dei Consorzi di bonifica, nei quali unitariamente si riconoscono. Auspico la ricomposizione di una polemica priva di fondamento nell’interesse generale dell’agricoltura e dell’ambiente e soprattutto degli interessi generali degli italiani, ai quali bisogna far riferimento, pur nella legittima battaglia di rappresentanza politica”. Lo dichiara Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.

La risposta da parte dei presidenti di tutte le organizzazioni agricole – tranne la Coldiretti – non tarda ad arrivare:

PSR, GUIDI: IO SCONCERTATO PER LE PAROLE DI NICODEMO OLIVERIO. LA MAGGIORANZA DEL MONDO AGRICOLO CONTRO PIANO IRRIGUO NAZIONALE

“Anche io esprimo sconcerto per le parole di Nicodemo Oliverio”, dichiara ad AGRICOLAE il presidente di Confagricoltura Mario Guidi in merito al comunicato inviato da Nicodemo Oliverio con cui esprime “sconcerto” per la contrarietá manifestata da Giuseppe Politi, Mario Guidi e Franco Verrascina nei confronti di un piano irriguo nazionale tra i 4 temi del Psr. “Quale sconcerto – prosegue Guidi – se diciamo solo che le risorse devono andare alle imprese agricole e non per mantenere le strutture dei consoryi di bonifica? E quale sconcerto – si chiede ancora il presidente degli imprenditori agricoli – se la maggioranza del mondo agricolo si e’ espressa contro questa misura?”

E poi:

PSR, GUIDI: LE RISORSE DESTINATE AD AGRICOLTORI, IN FORMA SINGOLA O ASSOCIATA

“Tutte le risorse al secondo pilastro devono essere destiante direttmente alle aziende agricole salvo assicurazioni e le misure per l’innovazione e la ricerca. finalizzate allo stesso mondo. Chi fara’ scelte diverse dovra’ spiegarlo direttamente agli agricoltori in forma singola o associata che aspettano con ansia queste risorse per miglirare la propria competitivita’”. Lo dichiara ad AGRICOLAE il presidente di Confagricoltura Mario Guidi in merito al comunicato inviato da Nicodemo Oliverio con cui esprime “sconcerto” per la contrarietá manifestata da Giuseppe Politi, Mario Guidi e Franco Verrascina nei confronti di un piano irriguo nazionale tra i 4 temi del Psr. “Occore poi promuovere anche in sede nazionale le organizzazioni dei produttori”, conclude.
Dalla coldiretti nessun segnale e nessun comunicato stampa sulla questione IMU, ....... chissà perchè!!!!!

clicca su:
 http://blogdieles.altervista.org/non-ce-nessuna-crisi-la-parabola-del-contadino-e-dello-speculatore-da-non-perdere/

domenica 8 dicembre 2013

Il coraggio delle proprie azioni!

 Finalmente!

Finalmente si ha il coraggio di fare certe dichiarazioni anche contrariando la Coldiretti!!

Gli Agricoltori approvano!!!

La politica ne prenda atto!!! 

 

La Coldiretti protesta e i ministri 

si mettono in coda

Nunzia De Girolamo, il nostro ministro del­l’Agricoltura, si è presentata al Brenne­ro esibendo il giubbotto della Coldiretti. Nel giorno in cui tutti sono Mandela, converrebbe spiegare al mi­nistro dell’Agricoltura che non tutti so­no Coldiretti


Che cosa sarebbe successo se il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, si fosse presentato davanti a una fabbrica della Fiat durante i giorni caldi del contratto, indossando una bella felpa rossa della Fiom (idea made in Lapo)? O pensate al ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, partecipare a un sit in con un cappellino della Cgil? Sarebbe successo, e giustamente, un finimondo.
Eppure Nunzia De Girolamo, il nostro ministro dell'Agricoltura, si è presentata al Brennero esibendo il giubbotto della Coldiretti. Nel giorno in cui tutti sono Mandela, converrebbe spiegare al ministro dell'Agricoltura che non tutti sono Coldiretti. L'organizzazione dei coltivatori diretti è solo una delle parti in una vicenda che è tutt'altro che chiara. Ieri Dario Di Vico sul Corriere della Sera ha scritto: «L'iniziativa di portare in segno di protesta alcuni maiali davanti a piazza Montecitorio, come ha fatto ieri Coldiretti, non può essere assolutamente condivisa. Se quella immagine dovesse essere ripresa da qualche giornale o televisione in giro per il mondo sappiamo chi dovremmo ringraziare dell'ulteriore gratuito discredito gettato sulle istituzioni del Paese». Ci sono due piani in questa vicenda. Uno di principio e l'altro di opportunità. Quello di principio riguarda la sacrosanta battaglia sul «made in». E qui si scontrano posizioni contrapposte: c'è chi vorrebbe il «made in» al 100 per cento sull'intera filiera. E chi più realisticamente ritiene che non avendo materie prime a sufficienza, la trasformazione e gran parte della produzione fatta in Italia siano sufficienti. Potremmo parlarne per ore. Ogni comparto dell'agroalimentare inoltre fa storia a sé. I vini francesi venivano fatti con i tagli pugliesi o l'olio sounding toscano con quello comprato ad Andria. Insomma non diciamo che la questione sia di poco conto e che non ci siano ragioni reciproche, ma affermiamo che con le pagliacciate in piazza o atteggiamenti talebani si risolve poco.
A proposito, la Nutella con quale materie prime si fa e la pasta Barilla quale grano usa? Siamo davvero certi di voler loro togliere l'inconfondibile marchio tricolore per il fatto che usino materie prime importate? E ancora, è davvero italiano, per i nostri talebani, un salume fatto da un suino comprato all'estero, cresciuto in Italia e alimentato (come avviene per la stragrande maggioranza dei casi) con mangimi Ogm di provenienza straniera? Non facciamo le verginelle, la questione alimentare e del «made in» è molto complicata, ma è molto semplice capire che dietro di essa si muove un grande serbatoio di voti che si chiama Coldiretti. Una organizzazione sindacale ben organizzata, con una straordinaria capacità comunicativa e molto abile a difendere i suoi legittimi interessi. In pochi si sono resi conto che durante il passaggio della finanziaria al Senato è stato provato un blitz bipartisan per rifinanziare la Federconsorzi per la bellezza di 400 milioni di euro. Il subemendamento è partito dal giro dalemiano e poi è trasmigrato in quello dell'attuale ministro dell'Agricoltura. Il rapporto tra Coldiretti e una parte variegata del centrodestra non deve stupire. La De Girolamo ha ereditato una situazione già presente da tempo in quel ministero e inaugurata dalla gestione Alemanno. Ma ritorniamo alla Federconsorzi. I fenomeni si erano inventati una leggina che avrebbe permesso di rivitalizzare finanziariamente quei baracconi locali che si chiamano consorzi agrari e che per la gran parte sono falliti o sotto commissariamento (in alcuni casi trentennale). Ma che hanno una particolarità: sono praticamente tutti gestiti da uomini della Coldiretti. Ovviamente in condivisione con le minoranze rappresentate dalle altre sigle del mondo agricolo. Il colpo è fallito grazie a un'altra intesa bipartisan (Pd non dalemiano e Forza Italia) che non riusciva a capire come si potessero dare quattrini (o titoli di Stato, si era alla fine ipotizzato) a un carrozzone che semmai andrebbe venduto, e nel contempo tassare capannoni e campi (anche se solo per gli incolti). Ecco, la morale di questa zuppa è molto semplice. È chiaro ed evidente a tutti che indossare una casacca, oltre a quella lucida del partito a cui si appartiene, non sia elegante dal punto di vista del galateo istituzionale. Ma non ci scandalizziamo e conviene non fare troppo i moralisti. Quello che invece scopriamo è come Coldiretti oggi (e a buona ragione vista la sua forza sul territorio) sia uno degli interlocutori politici più interessanti, sul cui carro tanti cercano di saltare. O sono già saltati?!


BRAVO PRESIDENTE MERCURI, ALLA PROSSIMA CI VUOLE DENUNCIA PER DIFFAMAZIONE VERSO COLDIRETTI!!
MA INTANTO HA RISPOSTO BENE RIBADENDO IL SEQUESTRO DI PASTA IN PUGLIA!!

Mercuri (alleanza cooperative): “Il presidente di coldiretti chieda scusa a tutte le cooperative”

In una intervista radiofonica il presidente Moncalvo ha dichiarato che durante la manifestazione al Brennero sarebbero stati ritrovati prodotti “diretti anche alle cooperative che dovrebbero invece tutelare i soci italiani”. La replica dell’Alleanza delle Cooperative: “Non è bloccando tir alla frontiera un giorno all'anno e con affermazioni come queste che si difende il made in italy”

Roma, 7 dicembre 2013 – “Il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo chieda scusa a tutte le cooperative e a tutti gli agricoltori italiani per le affermazioni rilasciate stamattina in una intervista andata in onda in diretta su Rai Radio1 nel programma “Terra”. Facendo un resoconto dell’iniziativa organizzata giorni fa al Brennero, Moncalvo ha infatti dichiarato che sarebbero stati individuati prodotti “diretti ahimé anche alle cooperative che invece dovrebbero tutelare i soci italiani”.

A dichiararlo è Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, cui aderiscono le cooperative agricole di Confcooperative, Legacoop e Agci, che spiega: “Non è bloccando tir alla frontiera una volta all’anno e con affermazioni come queste che si difende il made in italy, ma con il lavoro silenzioso di oltre 5.000 cooperative che esportano qualità in tutto il mondo”.

“Se una sola cooperativa, sulla base di quanto sostiene il neoeletto presidente della Coldiretti - prosegue ancora il numero uno delle cooperative agroalimentari - ha commesso un reato, si vada a sporgere una regolare denuncia alle autorità preposte, senza gettare discredito sull’intero sistema cooperativo che, a differenza di chi va a fare manifestazioni al Brennero, produce il 25% dell’agroalimentare made in italy, fatturando oltre 35 miliardi di euro e consentendo a 800.000 soci agricoltori di avere un reddito certo”.

“Pochi giorni fa - ricorda infine Mercuri - è stata scoperta e denunciata dalle autorità preposte in Puglia la Cooperativa Coldiretti che produceva pasta commercializzata come italiana ma per la quale veniva utilizzato grano proveniente dall’estero. Nessuna organizzazione si è permessa di attaccare per questo tutte le cooperative italiane”.
Finalmente un "figlio di Coldiretti" con le palle !!!!

E intanto coldiretti ci riprova

FABIO MELILLI: HO PRESENTATO EMENDAMENTO FEDERCONSORZI SU SOLLECITAZIONE DEI DIPENDENTI E DEL COMMISSARIO"HO CHIESTO CONSIGLIO A SPOSETTI. IL MIO COMPITO E' SOLO TENERE VIVO IL PROBLEMA, CREDO CHE SPETTERA' AL MINISTRO DE GIROLAMO DECIDERE IL DA FARSI"

fabio-melilli“Ho presentato l’emendamento su Federconsorzi su sollecitazione del commissario e dei dipendenti perché grazie a questo e all’attribuzione dei crediti relativi all’ammassamento riuscirebbero – mi dicono – ad avere diritto agli stipendi che gli spettano”. Così ad AGRICOLAE Fabio Mellili, membro della commissione Bilancio della Camera in quota Pd che ha presentato un emendamento collegato alla Stabilità per recuperare il “tesoretto” della Federconsorzi. “L’emendamento era stato già presentato in Senato – prosegue – e credo che in queste ore ci stia riflettendo il governo, in particolar modo il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo”. Toccherà adesso ai gruppi stasera dopo le 22 o domani mattina al più tardi, decidere quali degli oltre 3mila emendamenti presentati “meriteranno” di essere segnalati alla Commissione. “Ho chiesto informazioni ad Ugo Sposetti, che aveva presentato l’emendamento in Senato, che mi ha confermato la bontà dell’iniziativa”, precisa ancora Melilli. E riguardo alla contrarietà manifestata da una parte del mondo agricolo, il deputato Pd spiega: “il compito dei parlamentari è quello di proporre gli emendamenti, credo che spetti al ministro dell’Agricoltura decidere la linea da seguire. Io ho solo avuto il compito di tenere vivo il problema e di sollecitare il governo, ma non conosco i motivi della contrarietà”. “Mi sembrava ragionevole – conclude – difendere il diritto dei lavoratori”.



“Tesoretto Fedeconsorzi”
Una “pessima commedia della politica italiana”


Il Gruppo Trasversale Agricoltori della Romagna aderente alla F.I.M.A (Federazione Italiana Movimenti Agricoli) stigmatizza fortemente l’operato dei parlamentari dei partiti della maggioranza di governo che in sede di legge di stabilità hanno già riproposto l’emendamento sui “famosi” 400 milioni del “tesoretto” della FEDERCONSORZI per ben tre volte!!
Dopo le 2 bocciature dei giorni scorsi e dopo l’imponente manifestazione al Brennero da parte della Coldiretti, viene riproposto l’emendamento, non vorremmo pensare che la Coldiretti abbia usato tutte quelle energie per una prova di forza nei confronti della politica per ottenere il tesoretto dei 400 milioni !!
Che già in un momento come questo di crisi e scarse risorse economiche sembra assurdo si debba pensare di destinarli in quel modo, ma è ancora più assurdo che Coldiretti  e soprattutto la politica non pensino invece a come non far pagare l’IMU agli agricoltori e avviare una serie di riforme per rilanciare il mondo agricolo.
Dubitiamo fortemente che se venissero stanziati quei fondi , ci possa essere un reale beneficio per tutti gli agricoltori italiani.
Al limite dovrebbe esserci un progetto condiviso da tutte le rappresentanze e non da una minoranza di essa che rappresenta poco più del 30% degli agricoltori.
Chiediamo con forza ai parlamentari di smetterla con questo teatrino e una volta tanto impegnarsi per il bene di tutta l’agricoltura, ricordiamo che non tutti gli agricoltori sono della Coldiretti e dentro alle urne ragioneranno con la loro testa per chi votare alle prossime elezioni, presto o tardi che siano!
Infine chiediamo ad Agrinsieme (coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Alleanza delle cooperative) che rappresenta la maggioranza del mondo agricolo di impegnarsi con tutte le energie per fermare questa indecenza della politica, e chiedere politiche di sviluppo per il settore a costo di organizzare un imponente manifestazione degli agricoltori associati. Troverebbero il supporto  di molti agricoltori anche associati Coldiretti, e sicuramente il supporto di molti gruppi autonomi di agricoltori.

martedì 26 novembre 2013

 E la politica vorrebbe destinare

"il tesoretto Federconsorzi"(400 milioni  di euro)
esclusivamente alla Coldiretti 

Facendo pagare l'IMU agli agricoltori?!?!

E mentre una parte della politica pensa a 

riesumare la "federconsorzi"

Coldiretti "combina queste cose"

Sequestro 10.000 kg pasta falso pugliese

Operazione Corpo forestale dello Stato

  
Sequestro 10.000 kg pasta falso pugliese

 (ANSA) - BARI, 25 NOV - Gli uomini del Corpo forestale dello Stato hanno sequestrato 10.000 kg di pasta in un'azienda per la produzione e la commercializzazione di paste alimentari secche e fresche della provincia Bat. Sulle confezioni di pasta, oltre alla bandiera italiana, c'era la dicitura 'Pasta dell'Alta Murgia prodotta con semola di grano duro della Puglia', 'Cooperativa Coldiretti': è stato accertato che i prodotti erano realizzati con grano duro extracomunitario e comunitario e non pugliese.

Altro che "paladini" del Made in Italy!!!
con la complicità di certa politica,
la Coldiretti ha...... "svenduto"
certi settori della nostra Agricoltura per poi fare queste cose  e
e........
.... curare i loro interessi ???




 

lunedì 18 novembre 2013

Ma cosa ce ne facciamo dell'associazionismo in Agricoltura, se perdono 
la battaglia dell'IMU senza combattere??

Se la Coldiretti pensa al tesoretto della 
Federconsorzi:

Sono 500 i milioni di euro che i contribuenti dovrebbero versare alla Coldiretti
Alfonso Pascale
Il PD Sposetti, ex tesoriere dei Ds, è venuto in soccorso della Coldiretti presentando in Commissione Bilancio del Senato un emendamento al disegno di legge di Stabilità. Egli propone di riconoscere alla Federconsorzi (fallita nel 1992) i crediti spettanti ai consorzi agrari per gli ammassi svolti per conto dello Stato al fine di sottrarli alle pretese di terzi.
Il senatore ha così giustificato la sua iniziativa: “Non si tratta di resuscitare la Federconsorzi, ma ci sono delle cose che nella vita vanno chiuse”. Ma non erano già chiuse da tempo? I consorzi agrari non dovevano diventare cooperative normali?
Si tratta di 400-500 milioni di euro che i contribuenti dovrebbero versare alla Coldiretti mentre potrebbero più utilmente essere impiegati a vantaggio degli agricoltori.

Se la cooperazione pensa come portarsi a casa 
i contributi PAC per le assicurazioni:

 G




Da parte del presidente di Fedagri arriva anche un richiamo forte al mondo sindacale e di governo, ricordando che "sono la cooperazione e i suoi produttori ad avere in mano i grandi marchi dell’agroalimentare" e auspicando che "i finanziamenti importanti per il settore agroalimentare devono essere attivati direttamente dal ministero delle Politiche agricole piuttosto che dal ministero dell'Industria". Tra le risorse che potrebbero essere canalizzate in modo più opportuno, quelle finalizzate alla costituzione di fondi mutualistici e quelle relative ai Programmi di sviluppo rurale nell'ambito della futura PAC.

Quindi
Se la Coldiretti pensa al tesoretto della 
Federconsorzi e 
la cooperazione pensa come portarsi a casa 
i contributi PAC per le assicurazioni e PSR 
quindi lottano per la loro soppravvivenza 
L'AGRICOLTORE "MUORE" ORFANO 
e con l'IMU da pagare!!
 

Manovra, pronto decreto azzera-Imu. Resta imposta su beni agricoli

Fabrizio Saccomanni
La seconda rata dell’Imu sulle prime case, quella che scade il 16 dicembre, non si pagherà. Il governo ha messo a punto il decreto legge per cancellare definitivamente il balzello. Il provvedimento sarà messo all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di questa settimana e che potrebbe tenersi già domani o mercoledì. Il provvedimento del governo dovrebbe stanziare circa 2 miliardi di euro. Una somma sufficiente ad azzerare il pagamento della rata dell’Imu su tutte le abitazioni principali escluse quelle di lusso. Resteranno fuori invece, i terreni agricoli ed i fabbricati rurali che dunque dovranno versare il balzello di dicembre.

Cancellare l’Imu anche per queste categorie, sarebbe costato al governo altri 400 milioni di euro circa. Soldi difficili da trovare a poche settimane dalla fine dell’anno. Il governo dovrebbe trasferire questi due miliardi ai Comuni in tempo per la predisposizione dei bilanci (la scadenza è il 30 novembre). Ma per i sindaci si profila una brutta notizia. I Municipi che hanno già aumentato l’aliquota dell’Imu (come per esempio Milano e Napoli che l’hanno portata al massimo) si vedranno retrocedere un gettito ad aliquota standard. Anche in questo caso la scelta del governo serve a far risparmiare alle casse pubbliche circa 500 milioni di euro.

LE COPERTURE
Per finanziare i 2 miliardi di euro necessari all’abolizione della seconda rata, il governo aumenterà gli acconti fiscali per le banche e le assicurazioni, che dovrebbero salire fino al 116%.
In cambio dello sforzo fiscale, tuttavia, nel decreto sarà inserita una norma che permetterà agli istituti di credito di contabilizzare già nei bilanci del 2013 gli effetti della rivalutazione delle quote della Banca d’Italia. A fronte della rivalutazione, le banche pagheranno un’imposta del 16%. Considerando che il valore delle quote, secondo il parere tecnico dei saggi di Bankitalia, oscilla tra 5 e 7,5 miliardi, l’incasso per lo Stato dovrebbe al massimo superare di poco il miliardo.

Nel decreto dovrebbe essere anche inserito un tetto alla partecipazione azionaria nel capitale della banca centrale. Non solo. Secondo fonti vicine al dossier gli istituti di credito sarebbero anche avvantaggiati dalla normativa sul rientro dei capitali dall’estero, quelli che dovrebbero emergere grazie alle norme a cui sta lavorando il Tesoro per favorire il ritorno in patria soprattutto dei soldi nascosti nei forzieri delle banche svizzere. Tutta l’operazione, infatti, verrà gestita tramite gli istituti di credito italiani. Al dossier sta lavorando Vieri Ceriani, ex sottosegretario di Stato nel governo Monti e adesso nello staff del ministro Fabrizio Saccomanni che il 28 novembre incontrerà una delegazione elvetica.

Nel decreto legge, infine, potrebbe essere inserito il rifinanziamento per 330 milioni di euro della Cassa integrazione in deroga relativa al 2013, oltre alle norme necessarie a coprire il mancato gettito legato alla sanatoria delle slot machine usata per abolire la prima rata dell’Imu. 


Dove sono le ASSOCIAZIONI, dove è AGRINSIEME, dove è la COLDIRETTI ???
SI è VISTO SOLO QUALCHE STERILE COMUNICATO CONTRO LA SECONDA RATA IMU E ORA CI TOCCA PAGARE O MEGLIO C'è TEMPO FINO ALL'11 DICEMBRE PER CAMBIARE LE COSE, MA I SOPRACITATI SONO CHIUSI IN UN SILENZIO "ASSORDANTE" !!!
 SI è CAPITO FIN DA SUBITO CHE NON AVREBBERO LOTTATO, CI CHIEDIAMO IN CAMBIO DI COSA??
ANCHE IL MINISTRO IN SILENZIO, PERCHè??
NON SARà CHE NOI PAGHIAMO L'IMU E ALLE ASSOCIAZIONI VA IL "TESORETTO DELLA FEDERCONSORZI"  IN CAMBIO DEL SILENZIO SULL'IMU???

lunedì 4 novembre 2013




 Tempo di bilanci
 Il bilancio di Conserve Italia è come quello degli agricoltori,
lavorano tanto ma il bilancio è in rosso
Come al solito si cercano scuse arrampicandosi un pò sugli specchi, un pò come gli agricoltori che trovano sempre una scusa per NON "muoversi"!!!
In base a prime indiscrezioni raccolte da FreshPlaza, Conserve Italia chiude l'esercizio 2012/13 con un bilancio negativo. Il fatturato del Gruppo cooperativo, leader europeo nel settore dell'ortofrutta trasformata, è stato presentato ai soci durante l'Assemblea di lunedì 28 ottobre.

Tra i dati di natura finanziaria, economica e patrimoniale ritenuti maggiormente significativi per la realtà cooperativa e più fedelmente rappresentativi delle performance aziendali, ai fini di un'analisi della situazione della Società cooperativa e dell'andamento della gestione, nel Bilancio consolidato, vanno segnalati il totale del valore alla produzione che, nel periodo 30 giugno 2012 - 30 giugno 2013, passa da 1,007 miliardi a 980,715 milioni di euro e, per quel che riguarda il finanziamento della produzione, gli Oneri/Proventi finanziari che, nello stesso periodo, si aggravano, scendendo del -2,85% (da -23,701 a -27,903 milioni) mentre il risultato netto si riduce dell'1,21% (da -3,258 a -11,823 milioni). Le vendite, tuttavia, sono cresciute da 957,385 a 962,862 milioni di euro.

La capofila Conserve Italia ha chiuso l'esercizio 2012/13 con un risultato netto in calo dai 2,325 milioni di euro del 30 giugno 2012 ai -4,519 milioni (-0,67%) del 30 giugno 2013. Nel Conto economico riclassificato, il totale del valore della produzione nello stesso periodo passa da 703,674 a 673,852 milioni di euro mentre gli Oneri/Proventi finanziari raggiungono un passivo di -17,944 milioni (era di -15,006 milioni al 30 giugno 2012). Va comunque rilevato un fatturato di 664,390 milioni euro contro i 656,445 del periodo precedente.

Raggiunto da FreshPlaza per un'analisi dei dati, il presidente Maurizio Gardini (nella foto) ha così dichiarato: "I risultati di bilancio riflettono il peggior periodo di crisi degli ultimi 25 anni e risentono dell'aumento degli oneri finanziari, del costo del denaro e dello spread. C'è un disavanzo di gestione dovuto a una minor marginalità dei prodotti e a un aumento dei costi non compensato da un corrispondente aumento dei ricavi".

"Va anche ricordato che, nel novembre 2012, l'esondazione del fiume Albegna ha sommerso lo stabilimento di Albinia, in provincia di Grosseto, provocando 25 milioni di euro di danni, coperti solo in parte dalle assicurazioni, oltre alle perdite per la sospensione delle attività fino al luglio scorso. Rispetto a un calo dei consumi del 4-6%, però, va evidenziato anche un modesto aumento delle vendite", ha aggiunto il presidente Gardini.

"Nel corso dell'Assemblea abbiamo presentato un piano di rilancio per far fronte alla situazione di crisi, intervenendo a 360 gradi sull'azienda, perché è cambiato il contesto e sul mercato è sempre più forte la concorrenza delle Private Label e dei Paesi stranieri. Non intendiamo procedere con licenziamenti, ma anzi difendere l'azienda, che rappresenta una realtà importante a livello europeo e i nostri soci si sono impegnati in tal senso con noi", ha concluso Maurizio Gardini.


Però qualcuno già da anni addietro ha sempre detto cosa c'era e cosa c'è da fare (visto che non è stato fatto) per competere meglio sul mercato e sopratutto riuscire a difendere un prezzo equo per i nostri prodotti!

Paolo Bruni: "L'Italia ortofrutticola cosi' frammentata e divisa non va alla meta"

A conclusione di un fitto calendario fieristico internazionale che in meno di 60 giorni porta l'ortofrutta italiana sui più importanti palcoscenici del mercato globale, dall'Asia, all'Europa fino agli Stati Uniti, FreshPlaza ha chiesto a Paolo Bruni (nella foto accanto), presidente del Cso-Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, di affrontare l'aspetto della comunicazione e valorizzazione del made in Italy.

"Ognuna di queste grandi fiere presenta peculiarità e modalità di gestione diverse, così come ogni azienda, organizzazione o istituzione ha obiettivi e target diversi che le spingono alla partecipazione - inizia Bruni - Tuttavia sono fermamente convinto che, soprattutto in questo momento in cui le risorse scarseggiano e c'è bisogno di mettere in luce con forza il peso del nostro settore nel mondo, sarebbe utile, anzi fondamentale, unire le forze”.

Cosa non funziona
"Non possiamo presentare l'Italia ortofrutticola così frammentata e divisa, non ci fa gioco – prosegue Bruni - Dobbiamo unire le forze e presentare insieme le nostre aziende e l'intera filiera produttiva e tecnologica così come quella istituzionale. Basti pensare che nell'ultima edizione di Fruit Logistica a Berlino le imprese italiane erano 456, al Fruit Attraction di Madrid 41".

Dove concentrare gli sforzi
"Ci sono a mio parere tre livelli di operatività su cui concentrare gli sforzi: il livello istituzionale, rappresentato dalle Pubbliche amministrazioni, le Camere di commercio, i Mercati all'ingrosso; l'ambito della produzione con le imprese impegnate nel difficile compito di internazionalizzarsi e, infine, la filiera con le aziende che producono mezzi tecnici, packaging, tecnologie per l'ortofrutta. E' un sistema complesso e frammentato, concorrente, particolaristico e conflittuale. Io però penso che la necessità spinga a compiere passi avanti importanti per la crescita di tutti."

"Potremmo unire le forze, le competenze e i campi di influenza per costituire un Tavolo della valorizzazione delle nostre produzioni ortofrutticole all'estero lanciando azioni comuni - propone il presidente Cso - Basterebbe fare piccoli passi avanti, come quello di collocarsi nello stesso padiglione, avere un elemento grafico comune caratterizzante e unificante, presentarci insieme come paese Italia."

"Si potrebbe anche cercare di suddividere i compiti, affidando agli specialisti le competenze tecniche e lavorando in una sorta di federazione di enti e aziende che, insieme, cercano di migliorare l'immagine dell'Italia ortofrutticola. Unendo le forze, concentrando i finanziamenti, si spenderebbe meno e si potrebbero organizzare eventi mirati che darebbero maggiore risalto alla nostra presenza in fiera."

Internazionalizzazione, parola difficile ma imprescindibile
"In questi anni, il Cso ha investito in risorse umane e materiali per costruire un progetto di internazionalizzazione importante e unico. Credo che da questa base di competenza si possa partire per far crescere l'immagine italiana. Le aziende di produzione impegnate nell'internazionalizzazione hanno già scelto la strada della sinergia. Mi riferisco a Cso e Fruitimprese che hanno stretto un accordo-quadro per realizzare insieme i progetti fieristici più importanti sostenuti anche dall'Ice, l'Istituto per il commercio estero. Siamo in una fase economica cruciale per il nostro paese e ritengo sia importante imparare a lavorare insieme, delegando le competenze e costruendo le fondamenta per il futuro del nostro settore."

"Abbiamo alle porte anche l'EXPO 2015 – osserva Bruni - cerchiamo di non perdere ancora una volta l'opportunità di presentarci uniti a un evento così importante!”.

La promozione dei consumi di ortofrutta
"Il Cso - spiega Bruni - è titolare di due importanti progetti europei per la promozione dei consumi di frutta e verdura, finanziati da Unione europea per il 50%, Stato italiano per il 20% e la restante quota stanziata dalle aziende aderenti socie di Cso. Il primo è Mr Fruitness, giunto al terzo triennio di attività, e realizzato in Germania, Danimarca, Regno Unito e Polonia. Siamo quasi al termine della prima annualità del terzo triennio e abbiamo realizzato un grande numero di attività in questi paesi, con successo, sia nella Gdo che sui media. Il sito di Mr Fruitness ha toccato i 32 milioni di utenti da quando è partito. Abbiamo poi il progetto Sapori d'Europa indirizzato a Usa, Canada, Russia e Giappone. Questo progetto terminerà a gennaio ed è stato una grandissima opportunità per le nostre aziende che speriamo di poter ripresentare. Va detto che i progetti comunitari hanno l'obiettivo di promuovere l'Europa, mentre il made in Italy richiede una comunicazione più mirata e istituzionale."

"Sul fronte nazionale, abbiamo lanciato due anni fa il progetto Ortofrutta d'Italia promosso esclusivamente dalle aziende aderenti. In questo caso l'obiettivo era una maggior visibilità e reputazione al sistema ortofrutticolo organizzato che rappresenta una vera e propria fucina di attività, innovazione, organizzazione, poco conosciuta al grande pubblico. Quest'anno, il progetto Ortofrutta d'Italia farà un grande passo avanti e arriverà ai consumatori offrendo una nuova modalità di comunicazione che, per ora, non posso svelare."

"Abbiamo infine i progetti a sostegno di Pesche e nettarine di Romagna e Pere Igp realizzati grazie al piano di sviluppo rurale dell'Emilia-Romagna. Sono progetti dedicati a specifici prodotti con l'obiettivo di incentivarne gli acquisti. Un vero e proprio progetto italiano a favore dei consumi che metta in sinergia tutto il sistema non c'è e questo è, in effetti, un problema", ammette il presidente Cso.

E intanto le Istituzioni…

"Cso, Fruitimprese, le organizzazioni, siamo tutti in stretto contatto con il ministero delle Politiche agricole (Mipaaf) e l'Ice per costruire un percorso di valorizzazione e internazionalizzazione. L'importante è che ci sia condivisione tra gli attori coinvolti, che ci sia la spinta delle imprese motivate dall'esigenza pressante di competere su tutti i mercati facendo sinergie a favore del prodotto italiano. L'unità di intenti costituirebbe già un grande passo avanti. Al Mipaaf chiediamo di sostenere con forza l'internazionalizzazione delle imprese e i risultati ottenuti in questi ultimi due anni sulle barriere fitosanitarie – kiwi in Corea del sud, mele e pere negli Usa - sono un impegno tangibile e già un fatto concreto di lavoro comune."

"Certo – aggiunge il cavalier Bruni - l'internazionalizzazione richiede una concertazione con tutte le altre istituzioni, come il ministero dello Sviluppo economico o le Camere di commercio e, in alcuni casi, il ministero degli Esteri.  Ecco, come concertare le istituzioni tra loro si rivela assai difficile, basti pensare ai numerosi provvedimenti imbrigliati nelle querelle Stato-Regioni o al caso eclatante dell'Etossichina, in cui il Mipaaf si è già fatto carico delle istanze del mondo agricolo che sono in corso di valutazione al ministero della Salute. La conseguenza di questo stallo è l'attuale paradosso che sui nostri scaffali arriveranno le pere spagnole e portoghesi trattate con la stessa molecola vietata in Italia."

Ma la cooperazione o meglio, 
molti cosiddetti "cooperatori" hanno preferito scaricarlo
che ascoltarlo, d'altronde si sa aggregandosi si perdono poltrone, meglio ascoltare Coldiretti che  divide il mondo agricolo!!
E ....guai mettersi contro "mamma" Coldiretti!!!
Quella coldiretti del tanto fumo e niente arrosto,
quella delle "non" proposte per il mondo agricolo ,ma solo proposte per l'interesse ......della struttura???
Quella coldiretti che pensa di risolvere i problemi degli agricoltori, con i mercatini delle sagre paesane

lunedì 21 ottobre 2013

UNA VOCE FUORI DAL CORO!



QUALCUNO CHE DICE LA VERITà SULLA 
SITUAZIONE ATTUALE 
DELLA FRUTTICOLTURA, 
E NON LE SOLITE FRASI DI RITO!!



INTERVISTA A FRANCESCO DONATI VICE PRESIDENTE CONFAGRICOLTURA RAVENNA




1 come è andata quest'anno la produzione?
Siamo di fronte ad un'annata produttiva piuttosto contraddittoria, dovuta in parte alla situazione meteo primaverile, per cui ci troviamo varietà, pur nell'ambito della stessa specie, con ammanchi del 40-50% rispetto ad altre con differenze minime. Questo vale un pò per tutte le specie frutticole: mediamente stando alle previsioni di vari enti dovremmo ritrovarci con circa il 25% in meno rispetto al 2011 , annata di piena produzione, ed il 10-12% in meno sul 2012; è ancora da effettuare la raccolta della frutta invernale per cui avremo dati certi sull'annata solo fra qualche mese; l'altra parte di calo produttivo è da addebitare alla mancata sostituzione di impianti abbattuti.

2 quale è andata meglio, quale peggio?
Considerando il valore della produzione ad ettaro non esistono migliori o peggiori; probabilmente rimaniamo con tutto, chi più e chi meno, sotto i costi di produzione ad ettaro.

3 perchè?
Sentendo quelle che possono essere le probabili liquidazioni si avranno quotazioni unitarie discrete per le varietà con scarsa produzione, per le produzioni quasi normali si prevedono quotazioni bassissime (forse anche inferiori al 2012); per le produzioni invernali è prematura una valutazione.

4 come sono stati i prezzi?
I prezzi alla produzione come ho accennato non copriranno i costi; i prezzi al consumo, per quanto visto e tralasciando quelle che sono state le "promozioni", hanno sostanzialmente tenuto e si possono definire stabili da qualche anno.

5 problemi del mercato?
Apparentemente questa si annunciava un'annata che non doveva presentare problemi: sulla frutta estiva non ci sono state sovrapposizioni di aree produttive, il clima estivo in tutte le aree di consumo è stato tale, la qualità organolettica ottima, la qauntità in flessione più che doppia rispetto al calo dei consumi dove questo si è verificato; eppure è bastato un rallentamento della domanda per scatenare il panico negli operatori commerciali che detengono il prodotto, con massiccio ribasso delle quotazioni e conseguente disastro per i produttori (anello debole della catena produttiva). Se gli operatori commerciali non riescono ad ottenere il massimo dalle annate positive i problemi e le inefficienze lungo la filiera ci sono eccome.

6 come sarà l'annata vitivinicola?
E' un mondo che conosco marginalmente per cui non sono in grado di esprimere valutazioni corrette.

7 nella sua azienda cosa produce?
Nettarine, mele, kiwi e seminativo.

8 quali interventi si rendono necessari per il settore?
Dopo almeno 20 anni di immobilismo - mentre i nostri concorrenti hanno corso - penso che l'intera filiera frutticola sia da ripensare. E' necessario "accorciarla" eliminando una serie di figure anacronistiche che non hanno più ragione di esistere, per abbattere costi che non sono più sostenibili, ed infine un'equa distribuzione del valore aggiunto che attualmente è appannaggio dei segmenti di filiera che più si avvicinano al consumatore.
Quali interventi sono necessari? Sostanzialmente tre, che si declinano poi in una serie di azioni: programmazione, aggregazione e commercializzazione, diversa gestione fondi OCM.
1) Azioni per la programmazione: Istituti di ricerca e costitutori coordinati in modo da evitare tanti doppioni varietali e con la costituzione di varietà idonee alle nostre condizioni pedoclimatiche (inclusi i mutamenti climatici). Sperimentazione e apprezzamento da parte del consumatore da effettuare prima della messa a dimora degli impianti produttivi al fine di individuare le varietà richieste, quantificare i futuri consumatori e determinare le quantità da produrre onde evitare surplus. Programmazione delle strutture necessare al condizionamento delle produzione per evitare investimenti in strutture sovradimensionate - come accade oggi - con costi di ammortamento superiori di € 0,15/0,20 al chilo rispetto ai nostri concorrenti.
Diversa gestione della logistica dalle centrali al punto vendita che oggi sembrano concepite all'insegna dello spreco.
Diversa gestione dei punti vendita: trattandosi di prodotti delicati e fortementi deperibili la vendita a pubblico servizio proprio per le manipolazioni improprie degli acquirenti porta alla degradazione del prodotto e a scarti consistenti facilmente debellabili grazie alla presenza di personale addetto alla vendita ed alla corretta informazione al consumatore sulla conservazione in ambiente domestico e sul consumo.
2) Aggregazione e commercializzazione: a fronte di pochissimi buyers abbiamo migliaia di operatori commerciali in concorrenza fra loro con effetti deleteri sui prezzi. Basta guardare gli esempi dell'organizzazione neozelandese per la gestione del kiwi, l'olandese The Greenery per la commercializzazione del prodotto locale o ancora più vicino a noi il Consorzio FROM per la gestione delle mele trentine ed altoatesine nato dalla volontà delle cooperative locali attraverso le loro OP (organizzazioni di produttori)
Sempre in tema di aggregazioni anche la cooperazione agricola è da rimettere al passo coi tempi dando piena applicazione alla Legge 31.01.92 n. 59 - nuove norme in materia di società cooperative - applicata solo parzialmente al fine di rendere appetibile al produttore l'ingresso nelle strutture organizzate.
3) Diversa gestione ed impiego dei fondi OCM e dei piani di filiera: si può pensare di utilizzare fondi per finanziare massicciamente nuovi strumenti legislativi o già esistenti (vedasi Legge Sabatini) per supportare gli investimenti dell'imprenditore agricolo.
Incremento e migliore utilizzo dei fondi per la promozione dei consumi di frutta su azioni mirate a far conoscere le proprietà salutistiche della frutta e canalizzati attraverso l'unica società commerciale.
Come si vede il lavoro per rilanciare la filiera frutticola non manca.

 Ecco come i giornali tagliano gli articoli!!!
 Questione di spazio o di ..... "potere"???

Inaugurata in questo blog
la sezione comunicati stampa
con 2 importanti comunicati !!

martedì 15 ottobre 2013


Dichiarazioni e mosse strategiche 
a confronto!!


Dichiarazioni chiare e limpide, come forse nessuno dei nostri cooperatori ha mai fatto!!!
Ora aspettiamo dei fatti concreti, 
anche perchè vorrei sapere come sono considerati e che ruolo hanno i 40/50enni e i 60enni li buttiamo?!?!
c'è chi ha detto sia poco diplomatico e troppo diretto
quando parla....bene è quello che ci vuole!!

 
Quest'altro articolo invece non mi convince molto!!!
Marini pres.te Coldiretti litiga col Direttore
nonchè "capo supremo" Gesmundo e se ne va, poi va in politica 
appoggiato da Coldiretti....mah...!!
...Ops è vero siamo in Italia quindi tutto normale!!
La mia sensazione è che
Gesmundo sempre più "padrone" di Coldiretti,
scaricano colpe su Marini e.....
se fosse vero l'abbandono del progetto FAI (Filiera Agricola Italiana) sarebbe perchè 
oggetto di scontro o perchè essere un fallimento e si vuole incolpare Marini???
Sull'ultimo pezzo dell'articolo dubito fortemente sulla veridicità
di cio che è scritto, non credo proprio
che con Gesmundo ed ora Tonello siano aperti al dialogo.
per l'unità del mondo agricolo.

Riporto Frase del nuovo Presidente di Fedagri 
dal primo articolo qui sopra:
"coldiretti negli ultimi anni ha fatto scelte completamente diverse dalle nostre.
Sono scelte che dimostrano uno scarso interesse 
per i produttori agricoli, 
mentre l'obbiettivo è il ricollocamento della propria organizzazione.
Coldiretti ha deciso che il mondo produttivo non ha bisogno di loro e quindi non c'è possibilità di dialogo!!

Giustissimo quello che dice il Presidente fedagri Mercuri

lunedì 7 ottobre 2013

Tempo di Vendemmia 
Uva poco dolce, prezzi amari!!!



Dopo tre giorni di pioggia, che sia così???
E intanto i giorni di pioggia aumentano siamo arrivati a 6/7 giorni mettendo tutto assieme, si sta rivelando una delle peggior vendemmie che io mi ricorda.

Però coldiretti che come al solito fa di tutto per  farsi notare, questa volta esagera!!!
non si può negare l'evidenza di una pessima stagione, pessima gradazione e pessimo prodotto almeno adesso, con difficoltà anche nelle cantine con un prodotto che è più acqua che vino ormai!!!
Le affermazioni di coldiretti sulla vendemia sono state confermate???
Ma se non ne hanno azzeccata una!!

Già da agosto quando parlavano di vendemmia per sviare il problema pesche, poi più che i commercianti, sarebbero le cooperative a rendere conto di quel che fanno, associazioni comprese che sono di proprietà degli agricoltori.
Infine ricordo a Sangiorgi che lui non è un agricoltore, ma bensì un dipendente e per mettersi in evidenza come associazione questa volta passa al ridicolo, 6/7 giorni di pioggia lo sanno tutti che per l'uva sono disastrosi!!
A questo punto è una polemica abbastanza inutile, anche se bisogna tenre gli occhi aperti sui prezzi!

sabato 5 ottobre 2013

 Ma che succede in casa "gialla"

 

Sergio Marini lascia presidenza Coldiretti

E annuncia nuovo progetto per l’Italia

 
COLDIRETTI: SERGIO MARINI RICONFERMATO PRESIDENTE 
CERNOBBIO - Nell’occasione del Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione che si terrà a Cernobbio il 18 e 19 ottobre prossimi, dopo quasi sette anni di presidenza di Coldiretti rimetterò il mio mandato”. Lo annuncia Sergio Marini spiegando che “è una decisione importante e consequenziale alla volontà di costruire un nuovo progetto per il rilancio dell’Italia, quale naturale evoluzione dei traguardi raggiunti e della storia recente di Coldiretti”.


Dalle voci dietro le quinte si parla di dissidi interni tra una fazione di presidenti locali nonchè consiglieri nazionali 
 e il "general" Gesmundo!!
Ora vedremo cosa succederà nei prossimi giorni e chi diventerà 
il prossimo Presidente!!

Aggiungiamo interessante articolo dove c'è un pò di verità!! 
Gesmundo padrone assoluto???
 

MARINI SE NE VA, COLDIRETTI CAMBIA I PRESIDENTI MA NON IL SEGRETARIO ORGANIZZATIVO. LUNEDI’ RIUNIONE AI VERTICI. PAROLA A TONELLO IL SEGRETARIO NAZIONALE ECONOMICO EZIO CASTIGLIONE RIMANE IN ASPETTATIVA

imagesUn faccia a faccia lunedì che servirà a dare spiegazioni ai vertici Coldiretti. Da quanto apprende AGRICOLE per tirare le somme sulla situazione generale dell’organizzazione dei coltivatori diretti, sembra sia stata fissata una riunione interna. Il consiglio di lunedì prenderà atto delle dimissioni del presidente e darà mandato come da statuto al consigliere anziano, Mauro Tonello, di procedere. Tonello convocherà l’assemblea elettiva. Prevista invece per martedì l’assemblea di Uecoop. Le dimissioni annunciate giovedì sera dal presidente Sergio Marini sembra siano state infatti una sorpresa anche all’interno della stessa Coldiretti. Marini è il quarto presidente nazionale ad andar via mentre il segretario organizzativo Vincenzo Gesmundo rimane sempre al suo posto. Lo Bianco, Micolini, Bedoni e ora tocca a Marini lasciare il timone. Intanto sembra che non sia ancora rientrato dall’aspettativa il segretario nazionale economico Ezio Castiglione, “deus ex machina” del progetto Fai-Consorzi agrari e già amministratore unico della società di gestione fondi agroalimentari di un ente vigilato dal ministero delle politiche agricole, deputato a dare garanzie alle imprese agricole nei confronti delle banche per l’accesso al credito. Lo ha sostituito qualcuno  all’interno dell’organizzazione? Coldiretti segue il progetto o lo abbandonerà? Ora bisognerà vedere se Castiglione deciderà di seguire le orme di Sergio Marini. E dall’aspettativa passare alle dimissioni.

Altro Articolo su Marini che smentisce un pò quelli messi
in precedenza

Questa sera vi aggiungo una piccola "chicca"
Gennaio 2008
2   Trasversali in piena carica
scrivono questa lettera forse .... "incoscienti" del......

..... "pericolo" che correvano !!!  :-)

venerdì 6 settembre 2013

Una grande Verità!!



Una grande Verità!!

Finalmente qualcuno lo dice"

Ripeto un passaggio

la cui  politica (di coldiretti) è stata ed è la vera causa del declino e della condizione terminale in cui versa l'agricoltura.


Mai letto frase più giusta che riguarda l'agricoltura italiana.
Quindi lasciando perdere il passato dove TUTTI erano conniventi alla Coldiretti, e

  guardando solo al presente, chi ha ancora  legami con Coldiretti, si può considerare COMPLICE nella disfatta dell'Agricoltura italiana !!!
Dai molti "figli di coldiretti" presenti in confcooperative, ad altri che coprono incarichi nei CDA degli enti agricoli, agli associati sono tutti complici del declino dell'agricoltura italiana.

 

Meglio tardi che mai, anche se poteva svegliarsi prima!!!


La Coldiretti è una "perfetta macchina"  da guerra, peccato non sia al servizio dell'agricoltura!!!

E noi che volevamo incontrarla, o no???
Ci eravate cascati?!?!
Sappiate che la coldiretti preferisce non incontrarci!!
chissà perchè ma me lo aspettavo!!!
Il loro è tutto fumo e niente arrosto, il problema sono i suoi "figli" che coprono importanti incarichi!!