lunedì 4 novembre 2013




 Tempo di bilanci
 Il bilancio di Conserve Italia è come quello degli agricoltori,
lavorano tanto ma il bilancio è in rosso
Come al solito si cercano scuse arrampicandosi un pò sugli specchi, un pò come gli agricoltori che trovano sempre una scusa per NON "muoversi"!!!
In base a prime indiscrezioni raccolte da FreshPlaza, Conserve Italia chiude l'esercizio 2012/13 con un bilancio negativo. Il fatturato del Gruppo cooperativo, leader europeo nel settore dell'ortofrutta trasformata, è stato presentato ai soci durante l'Assemblea di lunedì 28 ottobre.

Tra i dati di natura finanziaria, economica e patrimoniale ritenuti maggiormente significativi per la realtà cooperativa e più fedelmente rappresentativi delle performance aziendali, ai fini di un'analisi della situazione della Società cooperativa e dell'andamento della gestione, nel Bilancio consolidato, vanno segnalati il totale del valore alla produzione che, nel periodo 30 giugno 2012 - 30 giugno 2013, passa da 1,007 miliardi a 980,715 milioni di euro e, per quel che riguarda il finanziamento della produzione, gli Oneri/Proventi finanziari che, nello stesso periodo, si aggravano, scendendo del -2,85% (da -23,701 a -27,903 milioni) mentre il risultato netto si riduce dell'1,21% (da -3,258 a -11,823 milioni). Le vendite, tuttavia, sono cresciute da 957,385 a 962,862 milioni di euro.

La capofila Conserve Italia ha chiuso l'esercizio 2012/13 con un risultato netto in calo dai 2,325 milioni di euro del 30 giugno 2012 ai -4,519 milioni (-0,67%) del 30 giugno 2013. Nel Conto economico riclassificato, il totale del valore della produzione nello stesso periodo passa da 703,674 a 673,852 milioni di euro mentre gli Oneri/Proventi finanziari raggiungono un passivo di -17,944 milioni (era di -15,006 milioni al 30 giugno 2012). Va comunque rilevato un fatturato di 664,390 milioni euro contro i 656,445 del periodo precedente.

Raggiunto da FreshPlaza per un'analisi dei dati, il presidente Maurizio Gardini (nella foto) ha così dichiarato: "I risultati di bilancio riflettono il peggior periodo di crisi degli ultimi 25 anni e risentono dell'aumento degli oneri finanziari, del costo del denaro e dello spread. C'è un disavanzo di gestione dovuto a una minor marginalità dei prodotti e a un aumento dei costi non compensato da un corrispondente aumento dei ricavi".

"Va anche ricordato che, nel novembre 2012, l'esondazione del fiume Albegna ha sommerso lo stabilimento di Albinia, in provincia di Grosseto, provocando 25 milioni di euro di danni, coperti solo in parte dalle assicurazioni, oltre alle perdite per la sospensione delle attività fino al luglio scorso. Rispetto a un calo dei consumi del 4-6%, però, va evidenziato anche un modesto aumento delle vendite", ha aggiunto il presidente Gardini.

"Nel corso dell'Assemblea abbiamo presentato un piano di rilancio per far fronte alla situazione di crisi, intervenendo a 360 gradi sull'azienda, perché è cambiato il contesto e sul mercato è sempre più forte la concorrenza delle Private Label e dei Paesi stranieri. Non intendiamo procedere con licenziamenti, ma anzi difendere l'azienda, che rappresenta una realtà importante a livello europeo e i nostri soci si sono impegnati in tal senso con noi", ha concluso Maurizio Gardini.


Però qualcuno già da anni addietro ha sempre detto cosa c'era e cosa c'è da fare (visto che non è stato fatto) per competere meglio sul mercato e sopratutto riuscire a difendere un prezzo equo per i nostri prodotti!

Paolo Bruni: "L'Italia ortofrutticola cosi' frammentata e divisa non va alla meta"

A conclusione di un fitto calendario fieristico internazionale che in meno di 60 giorni porta l'ortofrutta italiana sui più importanti palcoscenici del mercato globale, dall'Asia, all'Europa fino agli Stati Uniti, FreshPlaza ha chiesto a Paolo Bruni (nella foto accanto), presidente del Cso-Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, di affrontare l'aspetto della comunicazione e valorizzazione del made in Italy.

"Ognuna di queste grandi fiere presenta peculiarità e modalità di gestione diverse, così come ogni azienda, organizzazione o istituzione ha obiettivi e target diversi che le spingono alla partecipazione - inizia Bruni - Tuttavia sono fermamente convinto che, soprattutto in questo momento in cui le risorse scarseggiano e c'è bisogno di mettere in luce con forza il peso del nostro settore nel mondo, sarebbe utile, anzi fondamentale, unire le forze”.

Cosa non funziona
"Non possiamo presentare l'Italia ortofrutticola così frammentata e divisa, non ci fa gioco – prosegue Bruni - Dobbiamo unire le forze e presentare insieme le nostre aziende e l'intera filiera produttiva e tecnologica così come quella istituzionale. Basti pensare che nell'ultima edizione di Fruit Logistica a Berlino le imprese italiane erano 456, al Fruit Attraction di Madrid 41".

Dove concentrare gli sforzi
"Ci sono a mio parere tre livelli di operatività su cui concentrare gli sforzi: il livello istituzionale, rappresentato dalle Pubbliche amministrazioni, le Camere di commercio, i Mercati all'ingrosso; l'ambito della produzione con le imprese impegnate nel difficile compito di internazionalizzarsi e, infine, la filiera con le aziende che producono mezzi tecnici, packaging, tecnologie per l'ortofrutta. E' un sistema complesso e frammentato, concorrente, particolaristico e conflittuale. Io però penso che la necessità spinga a compiere passi avanti importanti per la crescita di tutti."

"Potremmo unire le forze, le competenze e i campi di influenza per costituire un Tavolo della valorizzazione delle nostre produzioni ortofrutticole all'estero lanciando azioni comuni - propone il presidente Cso - Basterebbe fare piccoli passi avanti, come quello di collocarsi nello stesso padiglione, avere un elemento grafico comune caratterizzante e unificante, presentarci insieme come paese Italia."

"Si potrebbe anche cercare di suddividere i compiti, affidando agli specialisti le competenze tecniche e lavorando in una sorta di federazione di enti e aziende che, insieme, cercano di migliorare l'immagine dell'Italia ortofrutticola. Unendo le forze, concentrando i finanziamenti, si spenderebbe meno e si potrebbero organizzare eventi mirati che darebbero maggiore risalto alla nostra presenza in fiera."

Internazionalizzazione, parola difficile ma imprescindibile
"In questi anni, il Cso ha investito in risorse umane e materiali per costruire un progetto di internazionalizzazione importante e unico. Credo che da questa base di competenza si possa partire per far crescere l'immagine italiana. Le aziende di produzione impegnate nell'internazionalizzazione hanno già scelto la strada della sinergia. Mi riferisco a Cso e Fruitimprese che hanno stretto un accordo-quadro per realizzare insieme i progetti fieristici più importanti sostenuti anche dall'Ice, l'Istituto per il commercio estero. Siamo in una fase economica cruciale per il nostro paese e ritengo sia importante imparare a lavorare insieme, delegando le competenze e costruendo le fondamenta per il futuro del nostro settore."

"Abbiamo alle porte anche l'EXPO 2015 – osserva Bruni - cerchiamo di non perdere ancora una volta l'opportunità di presentarci uniti a un evento così importante!”.

La promozione dei consumi di ortofrutta
"Il Cso - spiega Bruni - è titolare di due importanti progetti europei per la promozione dei consumi di frutta e verdura, finanziati da Unione europea per il 50%, Stato italiano per il 20% e la restante quota stanziata dalle aziende aderenti socie di Cso. Il primo è Mr Fruitness, giunto al terzo triennio di attività, e realizzato in Germania, Danimarca, Regno Unito e Polonia. Siamo quasi al termine della prima annualità del terzo triennio e abbiamo realizzato un grande numero di attività in questi paesi, con successo, sia nella Gdo che sui media. Il sito di Mr Fruitness ha toccato i 32 milioni di utenti da quando è partito. Abbiamo poi il progetto Sapori d'Europa indirizzato a Usa, Canada, Russia e Giappone. Questo progetto terminerà a gennaio ed è stato una grandissima opportunità per le nostre aziende che speriamo di poter ripresentare. Va detto che i progetti comunitari hanno l'obiettivo di promuovere l'Europa, mentre il made in Italy richiede una comunicazione più mirata e istituzionale."

"Sul fronte nazionale, abbiamo lanciato due anni fa il progetto Ortofrutta d'Italia promosso esclusivamente dalle aziende aderenti. In questo caso l'obiettivo era una maggior visibilità e reputazione al sistema ortofrutticolo organizzato che rappresenta una vera e propria fucina di attività, innovazione, organizzazione, poco conosciuta al grande pubblico. Quest'anno, il progetto Ortofrutta d'Italia farà un grande passo avanti e arriverà ai consumatori offrendo una nuova modalità di comunicazione che, per ora, non posso svelare."

"Abbiamo infine i progetti a sostegno di Pesche e nettarine di Romagna e Pere Igp realizzati grazie al piano di sviluppo rurale dell'Emilia-Romagna. Sono progetti dedicati a specifici prodotti con l'obiettivo di incentivarne gli acquisti. Un vero e proprio progetto italiano a favore dei consumi che metta in sinergia tutto il sistema non c'è e questo è, in effetti, un problema", ammette il presidente Cso.

E intanto le Istituzioni…

"Cso, Fruitimprese, le organizzazioni, siamo tutti in stretto contatto con il ministero delle Politiche agricole (Mipaaf) e l'Ice per costruire un percorso di valorizzazione e internazionalizzazione. L'importante è che ci sia condivisione tra gli attori coinvolti, che ci sia la spinta delle imprese motivate dall'esigenza pressante di competere su tutti i mercati facendo sinergie a favore del prodotto italiano. L'unità di intenti costituirebbe già un grande passo avanti. Al Mipaaf chiediamo di sostenere con forza l'internazionalizzazione delle imprese e i risultati ottenuti in questi ultimi due anni sulle barriere fitosanitarie – kiwi in Corea del sud, mele e pere negli Usa - sono un impegno tangibile e già un fatto concreto di lavoro comune."

"Certo – aggiunge il cavalier Bruni - l'internazionalizzazione richiede una concertazione con tutte le altre istituzioni, come il ministero dello Sviluppo economico o le Camere di commercio e, in alcuni casi, il ministero degli Esteri.  Ecco, come concertare le istituzioni tra loro si rivela assai difficile, basti pensare ai numerosi provvedimenti imbrigliati nelle querelle Stato-Regioni o al caso eclatante dell'Etossichina, in cui il Mipaaf si è già fatto carico delle istanze del mondo agricolo che sono in corso di valutazione al ministero della Salute. La conseguenza di questo stallo è l'attuale paradosso che sui nostri scaffali arriveranno le pere spagnole e portoghesi trattate con la stessa molecola vietata in Italia."

Ma la cooperazione o meglio, 
molti cosiddetti "cooperatori" hanno preferito scaricarlo
che ascoltarlo, d'altronde si sa aggregandosi si perdono poltrone, meglio ascoltare Coldiretti che  divide il mondo agricolo!!
E ....guai mettersi contro "mamma" Coldiretti!!!
Quella coldiretti del tanto fumo e niente arrosto,
quella delle "non" proposte per il mondo agricolo ,ma solo proposte per l'interesse ......della struttura???
Quella coldiretti che pensa di risolvere i problemi degli agricoltori, con i mercatini delle sagre paesane

30 commenti:

  1. e nel contempo in questo triste periodo girando per i cimiteri di campagna ti rendi conto ancor di + del deserto che avanza,il sogno del dot.CELLINI e dei grandi della frutticoltura romagnola che va in frantumi ,la frutta cala e i costi fissi crescono

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  2. frammentazione che aumenta ,confusione varietale ,mancanza di promozione

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  3. ...e di idee,a parte le nostre che non vengono considerate....

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  4. sopratutto mancanza di idee

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  5. ...e di uomini che le mettano in atto...

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  6. e di soldati che facciano la guerra!!

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  7. ....se tutti facessero il loro dovere,non ci sarebbe bisogno di fare la guerra.....

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  8. ..... invece abbiamo "comandanti" che si gongolano sulla poltrona, soldati inermi e poi ci siamo noi che possiamo girare a testa alta!!

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  9. Ma il mondo è proprio strano, parlando con un amico che è in contatto con un (commerciale ) in svizzera il quale acquista ortofrutta dall ItaGlia nn si raccapacita di come si sta svolgendo il mercato dei kaki , dice : "ma nn capisco siete solo voi in Romagna a produrli poi la produzione è scarsa e di colpo il prezzo è notevolmente sceso ma io vado benissimo che devo comperare ma con quale criterio affrontate i mercati voi italiani ??? anche pesche e nettarine mancavano notevolmente ma i prezzi ???? bastava chiedere che ci inondavano di offerte la stessa cosa probabilmente succedera con il kiwi dai dati che ho la produzione nn è abbondante e sono pronto a scommettere , continua l amico , che il prodotto nn spuntera prezzi importanti .
    ...... La domanda mi sorge spontanea , ma chi vende sa cosa vende e quanto prodotto ha a disposizione ?????
    Ma è colpa di commerciali che devono attenersi a linee date dai direttori ..... o incapacita vera???? Mi chiedo cio per il semplice motivo che ci sono strutture lente e alcune strutture con tempi di reazione i cambi di strategia molto molto veloci ovvero quelle che riescono a spuntare sempre quel qualcosa in piu da dare ai produttori ,
    ......ma i soci delle op lente sono sempre soddisfatti ??'

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  10. GRRRRRRRRRRRRRRRRR VA A FINIRE CHE HA RAGIONE LANDI QUANDO DICE DI METTERLI A PERCENTUALE,VEDRAI CHE SE SI VOGLIONO PRENDERE LA VILLA AL MARE PEDALANO

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  11. chi stabilisce se hanno fatto bene o male o è colpa del mercato??
    non ci vuole la percentuale, ci vuole che se sbagliano vanno cacciati come vanno cacciati i presidenti burattini dei direttori!

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  12. ....finchè la maggioranza degli agricoltori non tira fuori gli attributi,neanche "la percentuale" potrà cambiare qualcosa.....

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  13. caro Gianfranco hai pienamente ragione che esistono presidenti burattini dei direttori.
    Ma esistono anche presidenti e consiglieri burattini di certi consulenti lautamente pagati, come quelli avuti noi in Cepal!!!!
    E come siamo andati a finire?????
    In certi casi non basta incazzarsi, ci vorrebbe anche il bastone ed invece lasciamo ancora in auge certi personaggi .......

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  14. Con le dovute maniere, ma chi sbaglia deve pagare, che sia Presidente, direttore o consigliere e responsabilizzare di più i consiglieri non che vadano in consiglio per scaldare la poltrona!!

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  15. Oggi un trentino a proposito di Melinda... noi abbiamo 4 diretttori per 15000 soci...e decidiamo in fretta...

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  16. Noi in Romagna tutti contenti, c'è crisi, non si vende niente, cosa volete, poveri direttori, non è colpa loro,!!!,!,!!!

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  17. Non e che siamo tutti contenti la gente "mugugna" in silenzio , con le "lacrime" agli occhi!! certo è colpa degli agricoltori che non bmandano a casa quei "non fenomeni" di direttori!!!

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  18. N FRANCIA GLI AGRICOLTORI MANIFESTANO E HANNO PORTATO TRATTORI E PECORE IN PIAZZA, IN ITALIA GLI AGRICOLTORI ......... SONO DELLE PECORE!!!

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  19. L'EX DIRETTORE DELLA CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA ACCUSATO DI TRUFFA AI DANNI DELLA BANCA, HA TUTTI I SUOI BENI SOTTO SEQUESTRO E GLI POTREBBERO VENIR TOLTI PER RIPAGARE I DANNI FATTI, QUANDO FAREMO QUESTO AD UNO DEI NOSTRI DIRETTORI???
    DATO CHE TUTTI GLI ANNI CI MANCANO DAI 10 AI 20 CENTESIMI SU TUTTI I PRODOTTI RISPETTO AI PREZZI DI MERCATO!!!

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  20. Imu agricola, Agrinsieme: “basta passi indietro ed incertezze”





    “Quest’incertezza sul pagamento dell’Imu in agricoltura è diventata inaccettabile. Siamo passati, per il 2013, dall’abolizione della prima rata, all’indeterminatezza generale sulla seconda, per arrivare adesso a sapere che gli agricoltori non sarebbero più esentati dalla seconda. Il tutto mentre il parlamento discute il quantum della tassa da far pagare alla categoria dal 2014 in poi, con aggiunta di Tasi e Tari”. Questo il commento di Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare, sugli sviluppi riguardanti il pagamento dell’Imu agricola.



    “Il dibattito -aggiunge Agrinsieme- torna ad insistere su questioni che sembravano condivise ed ampiamente superate. Questo succedersi di promesse e passi indietro è grave e nocivo per l’attività d’impresa di tutto il nostro settore”.



    "La questione va affrontata con serietà. È assurdo -rimarca Agrinsieme- dar seguito a questa tassazione iniqua che, come detto a più riprese, va a colpire beni strumentali letteralmente indispensabili all’attività di impresa.”.



    “Chiediamo - conclude Agrinsieme - un confronto serio sulla fiscalità, relativamente al presente ed al futuro del settore. Non si può andare avanti con proclami e prese di posizione, ma arrivare a decisioni concrete bastate su numeri ed esigenze reali delle imprese. Tra annunci e smentite, gli imprenditori agricoli continuano a fare conti con un grave clima d’incertezza”.

    AGRINSIEME è USCITA ALLO SCOPERTO SULL'IMU E LA COLDIRETTI DOVE è???
    COME FANNO I SOCI COLDIRETTI A NON CAPIRE???




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  21. Tu hai ragione, però da Agrinsieme mi aspetto più "forza" se c'è bisogno bisogna andare in piazza coi trattori e fare come i francesi!!
    coldiretti.....chi è coldiretti qui si parla di agricoltura!!!

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  22. ......i confronti seri si fanno con persone serie.....

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  23. lo sapete che apofruit si e messa a controllare i soci invece di risovere i problemi???

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  24. si se uno vende della industria o un po di seconda

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  25. Chi vende invece di conferire danneggia i propri colleghi...si puo' scegliere di essere o non essere soci...senza fare i talebani ma un po di controllo ci vuole.

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  26. controlli ci vogliono e pesanti, a Faenza i soci agrintesa sono molti che vendono, in certi anni "riempiono" i commercianti e questi non fanno altro che abbassare i prezzi danneggiando tutti!

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  27. Comunque senza aggregazione non si va da nessuna parte, mentre gli agricoltori sono divisi sempre di più, complice anche una cooperazione che non da risposte e associazioni che fan di tutto per dividere. aggregazione e strategie commerciali comuni

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  28. PERICOLO 2° RATA IMU INCOMBENTE!!
    POI PER IL 2014 SI STA DELINEANDO TASI + IMU (UGUALE AL 2012) LE ASSOCIAZIONI COSA STANNO FACENDO, ...AGRINSIEME COSTA FACENDO!!!
    NON BASTANO I COMUNICATI STAMPA!
    IO VI HO AVVISATO!!!

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