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Dopo 10 anni che il G.T.A è rimasto quasi inascoltato è successo quello che si prevedeva
il"collasso del sistema"!
10 anni fa sull'onda della crisi dell'ortofrutta del 2004, nasceva il GTA (Gruppo Trasversale Agricoltori) con l'intento di unire gli agricoltori, per poter iniziare a cambiare cio che non funziona.
Dopo 10 anni ci ritroviamo con gli stessi problemi nella versione peggiore.
NO, NON abbiamo fallito noi del G.T.A quelli almeno che non si sono piegati, ne venduti, ne hanno avuto cambi di idee, noi siamo ancora qui anche se c'era chi avrebbe scommesso sulla nostra "scomparsa" dopo qualche mese dalla nascita!
SIAMO VIVI, VEGETI E GIRIAMO A TESTA ALTA!!
Le cose non sono migliorate, ma purtroppo è succeso quello da noi pronosticato, QUINDI HANNO PERSO quelli che non ci hanno ascoltato E ....VANNO MANDATI A CASA!!!
Poi hanno perso gli agricoltori che .. "MUOIONO IN SILENZIO"!!!
PESCHE: Forse la peggiore annata che ci sia mai stata.
SUSINE: idem come sopra
PATATE : prezzi al collasso, i commercianti non ritirano più!
CEREALI: prezzi molto bassi
CIPOLLE: in continuo calo
MELE E PERE: situazione critica
IN QUESTO PESSIMO 2014 PER LA COMMERCIALIZZAZIONE è ORA DI FARE PROPOSTE CONCRETE, MA SOPRATTUTTO DI ATTUARLE.
Ora vedremo se dopo questa pessima annata, ci sarà qualcuno che ci metterà un pò di buona volontà ed incominciare a fare qualcosa di concreto per il settore.
Intanto si incomincia male:
1) convegno peschicolo a Ravenna che è stato programmato in piena campagna KIWI, sarà un caso??
2) In zona Lutirano, sopra Modigliana è già iniziata la raccolta di Kiwi Haiward, dove sono quelli che devono tutelare gli agricoltori onesti??
PROPOSTE:
1) Cambiare OCM
2)Rinnovare COOPERAZIONE
NOTIZIE DAL FRONTE:
Pare che già molte aziende siano andate alla
propria struttura di servizio (vendita prodotti fitosanitari, concimi,
ecc. ecc.) a dire che a scadenza fatture NON HANNO i soldi per pagare.
Poi da qui a dicembre avremmo contributi, rate mutuo, IMU, e via discorrendo,...che fare???
Credo ci siano abbastanza argomenti per una forte azione sindacale!!
Mi appello ad Agrinsieme unico strumento in grado di poter provare a fare qualcosa.
Tanto per peggiorare la situazione se è possibile, in località Lutirano sopra Modigliana è iniziata la raccolta di kiwi haiward, dove sono quelli che devono tutelare gli agricoltori onesti, non è ora di far scattare delle denunce??
......cambiare ?? ....rinnovare ??.....che verbi sono ?? .......con certa gente non si cambia,nè si rinnova.........altrimenti non ci troveremmo in questa situazione.......e per le denunce....aspetta e spera.....
RispondiEliminaDEDICO QUESTO ARTICOLO AI PERSONAGGI DELLA COOPERAZIONE, QUELLI CON LA TESSERA GIALLA IN TASCA E QUELLI CHE PER QUIETO VIVERE è COME SE L'AVESSERO, GLIELO DEDICO RICORDANDOGLI CHE QUESTO 2014 è IL LORO FALLIMENTO.
RispondiEliminaSiamo tutti coldirettiani
Luigi Caricato
In fondo è la verità. Ogni italiano che ha a che fare con l’agricoltura è un coldirettiano, anche se non ne ha la tessera. E’ coldirettiano nell’essenza più profonda – e, forse (purtroppo, ahinoi) moriremo tutti coldirettiani. Magari non sarete d’accordo, ma, credetemi, è questa, vi piaccia o meno, la nuda e cruda verità.
L’Italia del disastro attuale è figlia legittima dell’Italia della Democrazia cristiana e delle scelte insensate di allora, pur se giustificate sempre in ragione del delicato momento storico che si viveva in quegli anni. Un puro alibi per giustificare la nostra coscienza impegnata a coltivare l’illusione degli ideali. La verità la conosciamo tutti. Siamo tutti democristiani, e di conseguenza coldirettiani, anche perché fa intimamente parte del nostro vissuto essere (senza necessariamente dichiararsi) democristiani.
Anche il PCI, sotto sotto – e non mi sembra di affermare una eresia, e nel caso qualcuno fosse di parere diverso me ne dispiaccio profondamente – era, più nei fatti che nelle intenzioni, una Democrazia cristiana al rovescio. Se ci pensate bene, è proprio così. Tranne le eccezioni, rare, di chi ha creduto fortemente nei valori – o del cattolicesimo, o del comunismo – la gran parte dei militanti (o elettori) aveva ben altri obiettivi, non certo il coltivare il bene comune. Altrimenti non vi è alcuna giustificazione razionale al fatto di ritrovarci oggi a vivere in un Paese che langue e si trova in uno stato comatoso.
Vi ricordate quando qualcuno (credo, quasi senza incertezza, Indro Montanelli) scrisse a suo tempo “moriremo tutti democristiani”? In effetti, la DC non c’è più, ma restiamo degli inguaribili democristiani fino al midollo. Anche coloro che sembrano, o si dichiarano distanti, sono intimamente democristiani, quindi coldirettiani sin nel profondo delle viscere.
Essere di Coldiretti è come sentirsi al sicuro, quasi fosse una grande madre che pensa a tutto, fino a rimboccarci le coperte prima di andare a dormire. Non tutti gradiranno, questa mia considerazione, ma siamo noi, noi italiani che ci riteniamo (ma solo a parole) liberi, a essere in realtà figli sempre della stessa mamma: la DC.
Non si offendano coloro che si illudono di collocarsi ideologicamente altrove, e comunque da tutt’altra parte. Non è così. Sono i comportamenti che ciascun agricoltore assume, anche involontariamente, a esprimere una adesione cieca, e a volte inconsapevole, alla Coldiretti. Ciò che conta, è garantirsi il pane quotidiano, avere la sicurezza a portata di mano, la pappa pronta, la tranquillità, le energie per andare avanti.
Per questo ci lamentiamo fino all’inverosimile, prendendo a volte anche le distanze – sempre a parole, mai nei fatti – anche se poi, quando alla fine si tratta di decidere per la propria libertà, a vincere è sempre la nostra vera natura: la pancia.
Il miracolo di Coldiretti, e di conseguenza della vecchia e mai defunta DC, sta nell’aver fatto breccia direttamente nel tessuto più intimo degli italiani. Non cambieremo mai, cambieranno i nomi e le circostanze, e magari prima o poi scomparirà anche la Coldiretti, come è scomparsa dalla scena pubblica la DC, ma si resterà sempre radicati nel grembo della stessa grande madre, la quale sarà per tutti e sempre la stessa madre.
Tranne i pochi che dicono e diranno “no, no e no”, i restanti, la gran parte, non si muoverà nemmeno di una virgola.
Io tuttavia no, non morirò democristiano, figuriamoci coldirettiano.
La libertà, l’indipendenza prima di tutto. Anche a costo di essere annientato. Perché, in fondo, un uomo che non è libero è solo un corpo vivente che è morto dentro.
Parlavo prima con un dirigente di sindacato e siamo arrivati alla conclusione o meglio a darci la CONFERMA che GLI UOMINI DELLA COOPERAZIONE HANNO FALLITO MISERAMENTE E I COMMERCIANTI SE NE APPROFFITTTANO, SPECULANDO!!
RispondiEliminaESEMPIO
1) Un Agricoltore che vendeva le pere william gli davano al massimo 28 cent. , le calibrate e portate all'asta ha preso 40 delle buone 70+ , le altre non si sa.
2) un altro un commerciante offriva 28 del 70+, le ha vendute per industria ha preso 27 tutti i kg. scendi pianta.
gli agricoltori non vogliono sentir parlare di cooperazione, si sentono traditi!
NOTIZIE DAL FRONTE:
RispondiEliminaPare che già molte aziende siano andate alla propria struttura di servizio (vendita prodotti fitosanitari, concimi, ecc. ecc.) a dire che a scadenza fatture NON HANNO i soldi per pagare.
Poi da qui a dicembre avremmo contributi, rate mutuo, IMU, e via discorrendo,...che fare???
Credo ci siano abbastanza argomenti per una forte azione sindacale!!
Mi appello ad Agrinsieme unico strumento in grado di poter provare a fare qualcosa.
La parola alle banche ,sosterranno l' frutticoltori o li manderanno a ......puttane??????
RispondiEliminala parola all'azione sindacale!!
RispondiEliminapossono intervenire sulla politica sulle strutture o sulle banche!
Azione sindacale, credo sia ora, anche in vista dell'autunno "caldo" che ci aspetta.......... occorre però che dietro l'azione sindacale ci siano gli agricoltori, l'armiamoci e partite non regge più.............
RispondiEliminaPienamente d'accordo
RispondiEliminaMa allora il mercato esiste ancora ???? be si direbbe di si , fatti 4 conti sembra che manchi un tot di uva causa malattie funginee e il prezzo e salito di quasi 10 euro basandoci sui prezzi di 3 mesi fa . o ci sono solo giochi al ribasso .....vedi pere, sulla bocca di tutti invendibili, ma cercate e pagate a poco prezzo o pesche ricercatissime xke tutti vogliono avere prodotto nei frigor fino a ottobre
RispondiEliminaSiamo nella peggiore crisi mai vista, e come dice Rambelli, molte scadenze sono in arrivo, e io da socio Coldiretti vi dico che la mia associazione ha fatto e sta facendo pressione sui mass-media perchè non si parli di crisi dell'agricoltura!!
RispondiEliminaAvete notato che non scrivono più sui giornali, dopo che tante volte hanno fatto pagine a pagamento per delle "puttanate"??
ci state ad organizzare??
se le organizzazioni non fanno niente nei prossimi mesi bisogna portare i trattori davanti alle associazioni ad incominciare dala mia!!
Non ci sono alibi, la rappresentanza non può non FARE!!
RispondiEliminaQuindi chi si ritiene rappresentanza agricola faccia il suo dovere!!
SENTITO IL TG5 ????????
RispondiEliminaNel TG 5 hanno detto che il governo deve ragranellare soldi, e se non riesce il piano A (taglio spesa pubblica) c'è il piano B ovvero :
1) taglio agevolazioni gasolio
2) taglio agevolazioni irap
3) taglio agevolazioni IVA
Alle scadenze di INPS, IMU, fatture spese 2014, acconti IRAP vanno aggiunti i tagli alle agevolazioni.
La rappresentanza agricola è avvisata, COSA PENSA DI FARE???
AGRINSIEME COSA FARà??
MENTRE COLDIRETTI SAPPIAMO CHE STARà IN SILENZIO!!
Oggi al TG5 e Studio Aperto hanno parlato della peronospora del basilico, però non siamo capaci di far parlare seriamente di agricoltura........ o non si vuole?!?!
RispondiEliminaMeditate gente, meditate!!!
Rambelli, non porti mai belle notizie??
RispondiEliminaFacciamo qualcosa noi da portare belle notizie??
I prossimi mesi saranno lacrime e sangue, facciamo l'assalto alle professionali, stracciamo le tessere o smettiamo di pagare i servizi?
una bella gita sotto la sede coldiretti di Bologna o Ravenna??
le professionali si devono muovere, ma anche gli agricoltori se non lo fanno le associazioni.
Siamo al disastro e nessuno ne parla!
Da domani inizio a contattare gli agricoltori, vedere come butta!!!
RispondiEliminaStasera ho visto su RAI 2 il miglior servizio sull'agricoltura in crisi che sia mai stato fatto, anche il Ministro se lo dovrebbe guardare !!
RispondiEliminaSe qualcuno sa da chi era commissionato , mi piacerebbe saperlo!!
RispondiElimina1° PARTE
RispondiEliminaTerapia intensiva per la «febbre da cavallo» delle pesche
Si dice "hai una febbre da cavallo" perché la normale temperatura del quadrupede supera i 40°C che sono viceversa la soglia limite per l'uomo. Oltre i 40°C, infatti, il metabolismo del nostro organismo inizia a faticare e se non si interviene subito vi è il rischio che la febbre provochi danni cerebrali permanenti. Per questo motivo, quando abbiamo la febbre alta, accanto alle cure che sono volte a intervenire sull'infiammazione che causa l'alterazione termica, il medico ci prescrive medicinali antipiretici - che abbassano la febbre provocando abbondante sudorazione - e ci consiglia la provvidenziale pezzuola bagnata da tenere sulla fronte.
La nostra peschicoltura oggi ha una "febbre da cavallo" poiché le croniche infiammazioni che presenta (sinteticamente rappresentabili nell'assetto produttivo, nell'organizzazione commerciale, nella gamma di offerta e nei mercati serviti) hanno provocato una forte reazione del sistema immunitario (il mercato) che, reagendo alla malattia, ha alzato talmente la febbre (le perdite economiche dei produttori) da obbligarci a curare prima quest'ultima delle cause se non vogliamo perdere il malato.
Cure inconcludenti e grida di aiuto disperate
Gli interventi pubblici predisposti e in corso di predisposizione (ritiri straordinari, indennità, ecc.) possono al massimo rappresentare la pezzuola; daranno qualche sollievo immediato ma, poi, si asciugheranno velocemente per effetto dell'evapotraspirazione (in questo caso rappresentata dalla distribuzione a pioggia di poche risorse), lasciando il malato nella stessa condizione per via dell'infiammazione cronica. Malato che, proprio per effetto della febbre alta, tende a delirare proponendo improbabili blocchi produttivi e commerciali, ritiri di massa, contributi straordinari, prezzi legati ai costi di produzione, ecc.., tutti placebo propagandistici che non hanno alcuna seria capacità terapeutica, anzi, se somministrati singolarmente o come cocktail darebbero l'equivalente dell'effetto sull'uomo di 10 gr di paracetamolo, l'antipiretico per eccellenza: porterebbero cioè alla morte del paziente per intossicazione epatica acuta (qui la bancarotta del sistema pubblico degli aiuti all'agricoltura), malgrado la sparizione della febbre.
A noi serve certamente un antipiretico mentre iniziamo a curare le cause dell'infiammazione, che è a sua volta molto grave perché è anche cronica (strutturale) e non solo acuta (congiunturale). Ma l'antipiretico e le sue dosi devono essere compatibili con l'organismo da trattare e il suo funzionamento (in questo caso la politica agricola comune con la sua organizzazione di mercato e il sistema di consumo), senza però travalicarne i confini poiché porterebbero danni collaterali fatali.
Il nuovo patto con i consumatori
Per questo dico che occorre un "nuovo patto con i consumatori" che permetta di collocare in maniera profittevole a partire dalla prossima campagna il prodotto di buona qualità gustativa di cui già disponiamo, qualunque sia la piega che il mercato prenderà.
Per fare questo, l'antipiretico in questione sono le tecnologie che permettono di separare il prodotto buono dal meno buono generando più valore sul buono, cioè prezzi adeguati per prodotti adeguati a rispettare il patto con il consumatore. E' questo il sudore che serve ad abbassare la temperatura che è della stessa natura ma di ben altra entità rispetto alla pezzuola sulla fronte. Viene dall'interno dell'organismo (il sistema ortofrutticolo), può contare su una parte di quel 70% di acqua che lo compone (i primati e la vocazionalità ancora inespressi della nostra ortofrutticoltura).
2° PARTE
RispondiEliminaQuesto comportamento virtuoso, che richiede il concorso di tutti i diversi attori della filiera, non agirà direttamente sulle problematiche strutturali che abbisognano di più tempo e di interventi sistematici per essere affrontate, ma genererà esempi positivi virtuosi che eviteranno – come è capitato sovente quest'anno – di vedere in vendita prodotti non idonei a soddisfare i consumatori mescolati a prodotti buoni anche perché, visti i prezzi, gran parte degli agricoltori ha perso fiducia nel fare qualità.
Il sollievo da ricercare nella qualità
Con prodotti di buona qualità, poi, si potranno davvero stimolare i consumi anziché perdere tempo con iniziative che, senza adeguata qualità dell'offerta, rischiano di essere controproducenti. Insomma, si genererà quell'effetto sollievo che ognuno di noi ha provato poco dopo aver preso un'aspirina con la febbre alta e che dura qualche ora. La malattia non è certo debellata, ma fa bene al morale. Degli antibiotici necessari a eliminare l'infezione abbiamo già parlato e disquisito (vedi esiti del sondaggio Italiafruit del 14-7-14), ora però serve abbassare la febbre, se no rischiamo di perdere il malato.
Serve anche parlare chiaro al malato sulla gravità della sua situazione; peraltro leggendo i commenti che esponenti del Movimento degli Agricoltori Trasversali hanno dedicato sui social network a quanto ho scritto su come intervenire in cinque mosse per risollevare la peschicoltura, pare un malato tutt'altro che rassegnato a dettare le ultime volontà (impugnare la motosega) e molto più incline a cercare una soluzione per il futuro. Per questo occorre rimanere nel campo della medicina, prospettando chiaramente lunghe e dolorose terapie curative e riabilitative, ed evitare di passare a facili rimedi che sembrano un misto fra propaganda e stregoneria a cui spero gli agricoltori non vogliano più dare credito. D'altra parte se è vero che, come diceva mio nonno, "se c'è appetito è già guarito", il paziente sembra davvero poter reagire alla cura.
Prof. Della Casa
........la dura e cruda realtà che,tutti,a partire dai "responsabili" del settore,si "rifiutano" di capire e vedere......solo quei "pazzi" dei trasversali riescono a vedere a capire la realtà....
RispondiEliminaSe siamo stati citati è perchè qualcuno di noi invece di lamentarsi soltanto, LAVORA!!!!
RispondiEliminae coi pochi mezzi che abbiamo essere citati in un articolo che TUTTI leggeranno non è poco!!!!
....."dicono" che non abbiamo proposte e sappiamo solo lamentarci......perchè gli fa comodo per metterci in "cattiva luce" nei confronti di chi non ci conosce bene ed è "prevenuto".....
RispondiEliminae non è un caso che queste proposte non le abbia ancora preso in considerazione sul serio "nessuno"
......non so chi abbia "commissionato" il servizio del tg2,di sicuro è un servizio corretto,da notare però che non si è fatto nessun cenno alla crisi di "sistema" perchè,nonostante le problematiche particolari dell'andamento climatico avverso,crisi dei consumi,blocchi commerciali,che hanno "esaltato" all'ennesima potenza la crisi strutturale,si tratta in realtà di una vera e propria crisi di sistema che ancora "nessuno" vuole riconoscere veramente (a parte le analisi corrette del Dott. Della Casa). Se non ci saranno veri ed adeguati interventi "strutturali" ed di "sistema", questa annata "decreterà" (nel silenzio totale) il fallimento delle "strutture commerciali" che non hanno fatto niente in questi anni per adeguarsi al "cambio dei tempi" e delle associazioni professionali che non hanno fatto niente per ottenere, a livello sindacale, le stesse "opportunità" che hanno i nostri "colleghi" europei (Francia,Spagna,Grecia,Portogallo) in termini di "competitività" (regole fitosanitarie,burocratiche e fiscali). Noi (il GTA) non smetteremo mai di RIBADIRE questi concetti .
RispondiEliminaDOPO NATURITALIA ALTRA "PORCATA" , DEL SISTEMA COMMERCIALE!!
RispondiEliminaMentre noi agricoltori ci dividiamo tra cooperative e commercianti, su quale sia meglio o peggio, loro vanno a cena assieme e mangiano nella stessa "conca" o ...piatto!!!
Quando chiediamo l'ufficio commerciale UNICO, dicono che non si può fare, però associarsi assieme per poter prendere più contributi europei e nazionali possibili e USARLI MALE O......... riescono a farlo!!!!
Nei soci di PEMPA-CORER ( O.P cooperazione) figurano Fabbri grosso privato del Kiwi, Salvi grosso privato e vivaista ferrarese, CONSORZIO ORTOFRUTTICOLO DI ROMAGNA SOC. CONS. A R.L. (Ovvero, MINIFRUTTA e altri privati + o - grandi del forlivese)
....mi risulta che Mini sia uscito da pochi mesi,ma la sostanza non cambia, ......quando chiediamo "unità commerciale"ci rispondono che fra "privati" e coop.ve non si riesce o non si può dialogare,ma quando si tratta di "spartirsi" la torta si trova "di tutto e di più"......
RispondiEliminaQuanto costa l'inefficienza commerciale ai produttori e di conseguenza a tutto l'indotto ??? Un disastro economico ,milioni e milioni di euro che invece di diffondersi nel nostro territorio ,va a finire nei forzieri della GDO ,QUINDI TUTTI DOVREBBERO ESSERE STRAINCAVOLATI PER QUESTO MALAFFARE ,INVECE SEMPRE SILENZIO ,IL SOLITO ASSORDANTE SILENXIO
RispondiEliminaCON I RITIRI DI MERCATO, LA POLITICA CERCA DI SALVARE LA FACCIA, LE STRUTTURE CERCANO DI SALVARE IL LORO BILANCIO, LE AZIENDE AGRICOLE NON SALVANO NIENTE,
RispondiEliminaSAPPIATE CHE I RITIRI DI MERCATO è UNA PICCOLA MISURA CHE A NOI CONTA POCHISSIMO, SU 27 CENT. X IL 10% DELLA FRUTTA, IN REALTà SONO SOLO 13,5, PORTATI A VENTI VENERDì SCORSO, C'è DA TOGLIERE I COSTI 4/5 CENT. PULITI SONO CIRCA 15/16 MA RIPETO SOLO PER IL 10% DELLA FRUTTA.
COSA CONTERà SE NON A SALVARE LA FACCIA ALLA POLITICA E CHIUDERE UN BUCO NEL BILANCIO ANUALE DELLA STRUTTURA.
INFATTI SE LEGGETE LE STRUTTURE SONO CONTENTE PER LORO (PER I "4" SOLDI PRESI) NON PER NOI SOCI!!
I NEOZELANDESI PARE ABBIANO AMMESSO CHE IL KIWI GIALLO G3 SIA UN FALLIMENTO, PERCHè NON è VERO CHE NON PRENDE LA BATTERIOSI, ANZI ESISTONO GIà CASI DI PIANTE DI 3 ANNI AMMALATE NELLA ZONA DI LATINA, CHE SI FA Rà IN ROMAGNA, SI CONTINUA A FAR PIANTARE FACENDO FINTA DI NIENTE, E COME AL SOLITO SPERIMENTANDO SUGLI AGRICOLTORI, O SI FERMERANNO GLI IMPIANTI??
RispondiElimina.....solo per il 10 % del prodotto a partire dall' 11 agosto......cioè più una presa in giro che altro,e se non c'era il blocco russo,probabilmente non sarebbe scattato neanche questo......e nessuno che abbia ancora capito che bisogna "voltare pagina" ......solo Maldini ha le idee più chiare di altri.....
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