Il coraggio delle proprie azioni!
Finalmente!
Finalmente si ha il coraggio di fare certe dichiarazioni anche contrariando la Coldiretti!!
Gli Agricoltori approvano!!!
La politica ne prenda atto!!!
La Coldiretti protesta e i ministri
si mettono in coda
Nunzia
De Girolamo, il nostro ministro dell’Agricoltura, si è presentata al
Brennero esibendo il giubbotto della Coldiretti. Nel giorno in cui
tutti sono Mandela, converrebbe spiegare al ministro dell’Agricoltura
che non tutti sono Coldiretti
Nunzia
De Girolamo, il nostro ministro dell’Agricoltura, si è presentata al
Brennero esibendo il giubbotto della Coldiretti. Nel giorno in cui
tutti sono Mandela, converrebbe spiegare al ministro dell’Agricoltura
che non tutti sono Coldiretti
Che
cosa sarebbe successo se il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, si
fosse presentato davanti a una fabbrica della Fiat durante i giorni
caldi del contratto, indossando una bella felpa rossa della Fiom (idea
made in Lapo)? O pensate al ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin,
partecipare a un sit in con un cappellino della Cgil? Sarebbe successo, e
giustamente, un finimondo.
Eppure Nunzia De Girolamo, il nostro ministro
dell'Agricoltura, si è presentata al Brennero esibendo il giubbotto
della Coldiretti. Nel giorno in cui tutti sono Mandela, converrebbe
spiegare al ministro dell'Agricoltura che non tutti sono Coldiretti.
L'organizzazione dei coltivatori diretti è solo una delle parti in una
vicenda che è tutt'altro che chiara. Ieri Dario Di Vico sul Corriere
della Sera ha scritto: «L'iniziativa di portare in segno di protesta
alcuni maiali davanti a piazza Montecitorio, come ha fatto ieri
Coldiretti, non può essere assolutamente condivisa. Se quella immagine
dovesse essere ripresa da qualche giornale o televisione in giro per il
mondo sappiamo chi dovremmo ringraziare dell'ulteriore gratuito
discredito gettato sulle istituzioni del Paese». Ci sono due piani in
questa vicenda. Uno di principio e l'altro di opportunità. Quello di
principio riguarda la sacrosanta battaglia sul «made in». E qui si
scontrano posizioni contrapposte: c'è chi vorrebbe il «made in» al 100
per cento sull'intera filiera. E chi più realisticamente ritiene che non
avendo materie prime a sufficienza, la trasformazione e gran parte
della produzione fatta in Italia siano sufficienti. Potremmo parlarne
per ore. Ogni comparto dell'agroalimentare inoltre fa storia a sé. I
vini francesi venivano fatti con i tagli pugliesi o l'olio sounding
toscano con quello comprato ad Andria. Insomma non diciamo che la
questione sia di poco conto e che non ci siano ragioni reciproche, ma
affermiamo che con le pagliacciate in piazza o atteggiamenti talebani si
risolve poco.
A proposito, la Nutella con quale materie prime si fa e la pasta Barilla quale grano usa? Siamo davvero certi di voler loro togliere l'inconfondibile marchio tricolore per il fatto che usino materie prime importate? E ancora, è davvero italiano, per i nostri talebani, un salume fatto da un suino comprato all'estero, cresciuto in Italia e alimentato (come avviene per la stragrande maggioranza dei casi) con mangimi Ogm di provenienza straniera? Non facciamo le verginelle, la questione alimentare e del «made in» è molto complicata, ma è molto semplice capire che dietro di essa si muove un grande serbatoio di voti che si chiama Coldiretti. Una organizzazione sindacale ben organizzata, con una straordinaria capacità comunicativa e molto abile a difendere i suoi legittimi interessi. In pochi si sono resi conto che durante il passaggio della finanziaria al Senato è stato provato un blitz bipartisan per rifinanziare la Federconsorzi per la bellezza di 400 milioni di euro. Il subemendamento è partito dal giro dalemiano e poi è trasmigrato in quello dell'attuale ministro dell'Agricoltura. Il rapporto tra Coldiretti e una parte variegata del centrodestra non deve stupire. La De Girolamo ha ereditato una situazione già presente da tempo in quel ministero e inaugurata dalla gestione Alemanno. Ma ritorniamo alla Federconsorzi. I fenomeni si erano inventati una leggina che avrebbe permesso di rivitalizzare finanziariamente quei baracconi locali che si chiamano consorzi agrari e che per la gran parte sono falliti o sotto commissariamento (in alcuni casi trentennale). Ma che hanno una particolarità: sono praticamente tutti gestiti da uomini della Coldiretti. Ovviamente in condivisione con le minoranze rappresentate dalle altre sigle del mondo agricolo. Il colpo è fallito grazie a un'altra intesa bipartisan (Pd non dalemiano e Forza Italia) che non riusciva a capire come si potessero dare quattrini (o titoli di Stato, si era alla fine ipotizzato) a un carrozzone che semmai andrebbe venduto, e nel contempo tassare capannoni e campi (anche se solo per gli incolti). Ecco, la morale di questa zuppa è molto semplice. È chiaro ed evidente a tutti che indossare una casacca, oltre a quella lucida del partito a cui si appartiene, non sia elegante dal punto di vista del galateo istituzionale. Ma non ci scandalizziamo e conviene non fare troppo i moralisti. Quello che invece scopriamo è come Coldiretti oggi (e a buona ragione vista la sua forza sul territorio) sia uno degli interlocutori politici più interessanti, sul cui carro tanti cercano di saltare. O sono già saltati?!
A proposito, la Nutella con quale materie prime si fa e la pasta Barilla quale grano usa? Siamo davvero certi di voler loro togliere l'inconfondibile marchio tricolore per il fatto che usino materie prime importate? E ancora, è davvero italiano, per i nostri talebani, un salume fatto da un suino comprato all'estero, cresciuto in Italia e alimentato (come avviene per la stragrande maggioranza dei casi) con mangimi Ogm di provenienza straniera? Non facciamo le verginelle, la questione alimentare e del «made in» è molto complicata, ma è molto semplice capire che dietro di essa si muove un grande serbatoio di voti che si chiama Coldiretti. Una organizzazione sindacale ben organizzata, con una straordinaria capacità comunicativa e molto abile a difendere i suoi legittimi interessi. In pochi si sono resi conto che durante il passaggio della finanziaria al Senato è stato provato un blitz bipartisan per rifinanziare la Federconsorzi per la bellezza di 400 milioni di euro. Il subemendamento è partito dal giro dalemiano e poi è trasmigrato in quello dell'attuale ministro dell'Agricoltura. Il rapporto tra Coldiretti e una parte variegata del centrodestra non deve stupire. La De Girolamo ha ereditato una situazione già presente da tempo in quel ministero e inaugurata dalla gestione Alemanno. Ma ritorniamo alla Federconsorzi. I fenomeni si erano inventati una leggina che avrebbe permesso di rivitalizzare finanziariamente quei baracconi locali che si chiamano consorzi agrari e che per la gran parte sono falliti o sotto commissariamento (in alcuni casi trentennale). Ma che hanno una particolarità: sono praticamente tutti gestiti da uomini della Coldiretti. Ovviamente in condivisione con le minoranze rappresentate dalle altre sigle del mondo agricolo. Il colpo è fallito grazie a un'altra intesa bipartisan (Pd non dalemiano e Forza Italia) che non riusciva a capire come si potessero dare quattrini (o titoli di Stato, si era alla fine ipotizzato) a un carrozzone che semmai andrebbe venduto, e nel contempo tassare capannoni e campi (anche se solo per gli incolti). Ecco, la morale di questa zuppa è molto semplice. È chiaro ed evidente a tutti che indossare una casacca, oltre a quella lucida del partito a cui si appartiene, non sia elegante dal punto di vista del galateo istituzionale. Ma non ci scandalizziamo e conviene non fare troppo i moralisti. Quello che invece scopriamo è come Coldiretti oggi (e a buona ragione vista la sua forza sul territorio) sia uno degli interlocutori politici più interessanti, sul cui carro tanti cercano di saltare. O sono già saltati?!
Finalmente un "figlio di Coldiretti" con le palle !!!!
E intanto coldiretti ci riprova
E intanto coldiretti ci riprova
FABIO MELILLI: HO PRESENTATO EMENDAMENTO FEDERCONSORZI SU SOLLECITAZIONE DEI DIPENDENTI E DEL COMMISSARIO"HO CHIESTO CONSIGLIO A SPOSETTI. IL MIO COMPITO E' SOLO TENERE VIVO IL PROBLEMA, CREDO CHE SPETTERA' AL MINISTRO DE GIROLAMO DECIDERE IL DA FARSI"
“Ho
presentato l’emendamento su Federconsorzi su sollecitazione del
commissario e dei dipendenti perché grazie a questo e all’attribuzione
dei crediti relativi all’ammassamento riuscirebbero – mi dicono – ad
avere diritto agli stipendi che gli spettano”. Così ad AGRICOLAE Fabio
Mellili, membro della commissione Bilancio della Camera in quota Pd che
ha presentato un emendamento collegato alla Stabilità per recuperare il
“tesoretto” della Federconsorzi. “L’emendamento era stato già presentato
in Senato – prosegue – e credo che in queste ore ci stia riflettendo il
governo, in particolar modo il ministro dell’Agricoltura Nunzia De
Girolamo”. Toccherà adesso ai gruppi stasera dopo le 22 o domani mattina
al più tardi, decidere quali degli oltre 3mila emendamenti presentati
“meriteranno” di essere segnalati alla Commissione. “Ho chiesto
informazioni ad Ugo Sposetti, che aveva presentato l’emendamento in
Senato, che mi ha confermato la bontà dell’iniziativa”, precisa ancora
Melilli. E riguardo alla contrarietà manifestata da una parte del mondo
agricolo, il deputato Pd spiega: “il compito dei parlamentari è quello
di proporre gli emendamenti, credo che spetti al ministro
dell’Agricoltura decidere la linea da seguire. Io ho solo avuto il
compito di tenere vivo il problema e di sollecitare il governo, ma non
conosco i motivi della contrarietà”. “Mi sembrava ragionevole – conclude
– difendere il diritto dei lavoratori”.
Il Gruppo Trasversale Agricoltori della Romagna aderente alla F.I.M.A
(Federazione Italiana Movimenti Agricoli) stigmatizza fortemente l’operato dei
parlamentari dei partiti della maggioranza di governo che in sede di legge di
stabilità hanno già riproposto l’emendamento sui “famosi” 400 milioni del
“tesoretto” della FEDERCONSORZI per ben tre volte!!
Dopo le 2 bocciature dei giorni scorsi e dopo l’imponente manifestazione al Brennero da parte della Coldiretti, viene riproposto l’emendamento, non vorremmo pensare che la Coldiretti abbia usato tutte quelle energie per una prova di forza nei confronti della politica per ottenere il tesoretto dei 400 milioni !!
Che già in un momento come questo di crisi e scarse risorse economiche sembra assurdo si debba pensare di destinarli in quel modo, ma è ancora più assurdo che Coldiretti e soprattutto la politica non pensino invece a come non far pagare l’IMU agli agricoltori e avviare una serie di riforme per rilanciare il mondo agricolo.
Dubitiamo fortemente che se venissero stanziati quei fondi , ci possa essere un reale beneficio per tutti gli agricoltori italiani.
Al limite dovrebbe esserci un progetto condiviso da tutte le rappresentanze e non da una minoranza di essa che rappresenta poco più del 30% degli agricoltori.
Chiediamo con forza ai parlamentari di smetterla con questo teatrino e una volta tanto impegnarsi per il bene di tutta l’agricoltura, ricordiamo che non tutti gli agricoltori sono della Coldiretti e dentro alle urne ragioneranno con la loro testa per chi votare alle prossime elezioni, presto o tardi che siano!
Infine chiediamo ad Agrinsieme (coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Alleanza delle cooperative) che rappresenta la maggioranza del mondo agricolo di impegnarsi con tutte le energie per fermare questa indecenza della politica, e chiedere politiche di sviluppo per il settore a costo di organizzare un imponente manifestazione degli agricoltori associati. Troverebbero il supporto di molti agricoltori anche associati Coldiretti, e sicuramente il supporto di molti gruppi autonomi di agricoltori.
“Tesoretto Fedeconsorzi”
Una “pessima commedia della politica italiana”
Dopo le 2 bocciature dei giorni scorsi e dopo l’imponente manifestazione al Brennero da parte della Coldiretti, viene riproposto l’emendamento, non vorremmo pensare che la Coldiretti abbia usato tutte quelle energie per una prova di forza nei confronti della politica per ottenere il tesoretto dei 400 milioni !!
Che già in un momento come questo di crisi e scarse risorse economiche sembra assurdo si debba pensare di destinarli in quel modo, ma è ancora più assurdo che Coldiretti e soprattutto la politica non pensino invece a come non far pagare l’IMU agli agricoltori e avviare una serie di riforme per rilanciare il mondo agricolo.
Dubitiamo fortemente che se venissero stanziati quei fondi , ci possa essere un reale beneficio per tutti gli agricoltori italiani.
Al limite dovrebbe esserci un progetto condiviso da tutte le rappresentanze e non da una minoranza di essa che rappresenta poco più del 30% degli agricoltori.
Chiediamo con forza ai parlamentari di smetterla con questo teatrino e una volta tanto impegnarsi per il bene di tutta l’agricoltura, ricordiamo che non tutti gli agricoltori sono della Coldiretti e dentro alle urne ragioneranno con la loro testa per chi votare alle prossime elezioni, presto o tardi che siano!
Infine chiediamo ad Agrinsieme (coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Alleanza delle cooperative) che rappresenta la maggioranza del mondo agricolo di impegnarsi con tutte le energie per fermare questa indecenza della politica, e chiedere politiche di sviluppo per il settore a costo di organizzare un imponente manifestazione degli agricoltori associati. Troverebbero il supporto di molti agricoltori anche associati Coldiretti, e sicuramente il supporto di molti gruppi autonomi di agricoltori.
....ce ne vogliono di più,persone così.....
RispondiEliminacome sospettavo la manifestazione del brennero era una prova di forza, e ora richiedono i soldi della federconsorzi!!
RispondiEliminaora ci vuole una contromanifestazione di Agrinsieme!
Voglio rigirare mail a coldiretti. ..sborando su abolizione imu terreni case...cazzo e i 2000€li pagano loro......sono inferocita e bleffata......giocano sempre sugli ignioranti......
RispondiEliminaInfatti, e pensa che i soldi potrebbero servire per dare i 400 milioni della federconsorzi proprio a Coldiretti!!!
RispondiEliminaevviva!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminadopo tanti proclami fatti a dx e a manca ci tocca pagare l' imu sulle case questa mattina ho pagato 1200 euro esenti capannoni e terreni ma nn le case
.....lo dico sempre,la fede la si deve "lasciare" alle religioni......
RispondiEliminacomunque Lega ha pagato come seconda casa non la prima! le 2° case rurali pagano, le 1° no
RispondiEliminaAlla mia suocera pensionata..... anche la terra essendo pensionata...
RispondiElimina......non siamo i soli a parlare di pagliacciate e di essere "talebani",......l'articolo di Porro parla chiaro, ma non so se lo è abbastanza per certi soci della coldiretti....
RispondiEliminaIl problema a mio avviso é che ci troviamo da un eccesso all'altro . Coldiretti con una voglia di protagonismo e di visibilità che supera il narcisismo (e lasciamo stare tante altre cose). Ma le altre Organizzazioni che fanno?
RispondiElimina"lottano" per non farci pagare l'IMU cosa che coldiretti invece non fa!! le tante altre cose non sarebbero da lasciare stare, sarebbe ora dichiararle più spesso
RispondiEliminaGianfranco ,stanno perdendo tutti di credibilità . Il tempo in cui un imprenditore agricolo si vantava di appartenere ad un organizzazione piuttosto che un altra, ormai é passato.
RispondiEliminaio ho discusso 10 giorni con confagricoltura perchè secondo me facevano poco, io non ho una fede i soci "gialli" si!
RispondiElimina.....Angelo,hai pienamente ragione,ma qui non si parla più di "senso di appartenenza" ma di portare avanti "giuste cause".....se le sindacali non capiscono questo concetto,non hanno nessun futuro....
RispondiEliminaInfatti il risultato é che tutti hanno perso la base sociale . Pertanto la rappresentanza é dovuta principalmente al numero delle domande pac e alle deleghe inps per le aziende agricole . Ma sono numeri variabili da un anno all' altro . Ciò significa che le aziende oggi stanno con te e domani vanno da un altra parte .
RispondiEliminaMa vi siete resi conto perché da qualche anno a questa parte non esiste più una grande manifestazione nazionale ? Eppure motivi ce ne sarebbero a sufficienza . Adesso vanno di moda i sit in . Poche persone ......
le ditte di trasformazione hanno utilizzato i produttori per avere i finanziamenti e poi hanno fatto e fanno i loro interessi !!!sapete i compensi degli amministratori ???
RispondiEliminad'accordo che è successo questo, ma allora dov'era coldiretti???
RispondiEliminapoi l'articolo parla di una cosa diversa e specifica, e come dice Mercuri, se la coldiretti ha delle prove che vada a denunciare!!!
nell'interesse comune occorre essere coesi !!
RispondiEliminaVallo a dire a coldiretti!!
RispondiEliminase si vuole bene all'agricoltura non si può andar d'accordo con coldiretti, a GESMUNDO dell'agricoltura non gliene frega niente!!
per unire idee diverse ma buone in obbiettivi comuni,non bisogna avere paraocchi bianchi,neri,rossi o gialli,....e per non avere paraocchi bisogna saper criticare anche la propria organizzazione di appartenenza,....soprattutto quelle che hanno sempre dichiarato ufficialmente di non voler dialogare con nessun'altro(compreso i propri soci,od obbedisci o sei fuori).....
RispondiEliminaBeh, scusate l'intromissione, ma un neo Presidente appena eletto, 33 anni, dal quale ci si aspetta una sterzata verso gli AGRICOLTORI, nel suo primo comunicato dice che lavorerà sempre per il bene della Coltivatori Diretti (e non degli associati) e parla riferito alle altre organizzazioni di "nemici"! Beh, sicuramente buone basi per un fine comune!?
RispondiEliminaCosa si aspetta a fare qualcosa per evitare che diano i soldi alla federconsorzi e che ci tolgano l'IMU, ...Porca puttana qua ci prendono tutti per il culo ....accidenti alla politica!!!
RispondiEliminaIl PD entra nella lista nera, non è più votabile per gli agricoltori!!!
RispondiEliminaLa politica Coldiretti sul latte italiano? Una strada senza uscita
RispondiElimina10 dicembre 2013 - Laudator temporis acti. Tutti, di tanto in tanto, ci perdiamo in ricordi nostalgici, ci soffermiamo a lodare il tempo passato. La Coldiretti però ne ha fatto quasi un punto d’arrivo, un obiettivo da raggiungere. La settimana scorsa migliaia di allevatori (non abbiamo i dati della Questura) hanno raggiunto il valico di frontiera del Brennero per bloccare latte e maiali perché, a loro dire: sono poi contrabbandati come "made in Italy" e perché sono di bassa qualità. Ah, che bello quando Diocleziano, stanco di competere col vino francese, migliore ed a più basso costo, mandò un paio di legioni nella valle del Rodano e fece distruggere tutti i vigneti. "Purtroppo" oggi questo non si può fare ed allora bisogna bloccare le importazioni di prodotti alimentari, nel caso specifico di latte e carne.
Ha fatto bene la Confindustria a criticare questa iniziativa. L’Italia è un Paese manifatturiero, è apprezzato nel mondo per i manufatti alimentari e non. I nostri formaggi, i nostri prosciutti vengono esportati ed apprezzati in tutto il mondo. Ce li facciamo restituire perché la materia prima, a detta della Coldiretti, non è di buona qualità? Questa faccenda della cattiva qualità del latte e della carne che vengono dall’estero è un ritornello che la Coldiretti ripete ad ogni pie' sospinto, ogni qualvolta succede qualche scandalo o in periodo di crisi del settore. In sostanza, siamo al "dalli all’untore", al capro espiatorio che, diciamola tutta, fa sempre comodo avere, ma che fa capire subito qual è il livello di elaborazione e di lettura delle questioni che riguardano il settore.
Questo passaggio è di fondamentale importanza perché l’analisi, le soluzioni suggerite finiranno per tradursi, in un successivo momento, in politiche di sviluppo. Allora se noi addebitiamo sempre i nostri problemi ai prodotti importati ed alla loro bassa qualità, le politiche di sviluppo che si adotteranno non porteranno da nessuna parte. Anzi, impediranno di affrontare il vero problema. La Coldiretti dice sempre che il latte che viene dall’estero è più scadente. Che argomenti ha per una tale affermazione? A parte che una frase del genere dovrebbe far presupporre che tutto il latte straniero è simile così come tutto il latte italiano è uguale, ma basterebbe conoscere le diversità di sistema di produzione per capire che, forse, la situazione è opposta.
All’estero, d’estate, le vacche sono quasi tutte al pascolo, in Italia mai (almeno la stragrande maggioranza). Provate a confrontare i dati pubblicati dal Cra-Nut (Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, ex Inran) riferiti al latte di Alta Qualità, all’Uht e al microfiltrato. Se prendiamo il dato della protezione antiossidante (beta-carotene+alfatocoferolo/colesterolo), che al momento resta l’unico indice più significativo di misura della qualità, vediamo che i risultati sono rispettivamente: 5,28; 6,85; 6,38. Cioè, da questi dati risulta che il latte di Alta Qualità italiano è più scadente non solo del microfiltrato ma persino dell’Uht. E non di poco. Come mai? Perché molto probabilmente quel latte Uht viene dall’estero.
PARTE 2
RispondiEliminaAllora il problema non è che il latte straniero è peggiore, e comunque noi non dobbiamo preoccuparci di quello che fanno gli altri. Preoccupiamoci di recuperare la qualità di casa nostra, di valorizzare le differenze. Eliminiamo la legge sull’Alta Qualità, perché il problema è “quella” qualità, modesta e difficile da recuperare se invece siamo convinti che sia davvero “alta”. Smettiamola di stipulare contratti unici nazionali del latte. Il latte non è non deve essere tutto uguale. A ciascuno il suo, la qualità va pagata all’allevatore, e invece oggi il prezzo è fisso, nazionale e se in qualche caso c’è un premio, questo scatta in funzione di grasso e proteine, parametri che niente hanno a che vedere con la qualità.
Servono analisi serie e profonde, non banalità servite come toccasana.
di Roberto Rubino
presidente ANFoSC
(Associazione Nazionale Formaggi Sotto il Cielo)
Ad Asti Agrinsieme manifesta per una assurda tassa, perchè non farlo a livello nazionale contro IMU e tesoretto federconsorzi e per avere politiche di sviluppo??
RispondiEliminaCane non mangia cane... Ed alla fine gli agricoli si muovono solo se comandati: da soli difficilmente ci arrivano...
RispondiElimina
RispondiEliminaProtesta forconi e mondo agricolo: Fima, la solidarietà sia più autentica
ufficio stampa / 9 ore fa
Che la sigla del movimento dei forconi sia diventato un “brand” per protestare di cui anche altre categorie si sono appropriate, è fuori discussione. Quel che sorprende è il silenzio proveniente da certe sigle sindacali del mondo agricolo di fronte ad una crisi epocale. Così dichiara Saverio De Bonis, coordinatore Fima (Federazione Italiana Movimenti Agricoli).
Certo, è possibile manifestare anche in forme diverse, ma la solidarietà manifestata agli agricoltori con il rito del Brennero, somiglia tanto ad un altro rito “pagano”, quello di Pontida. Ogni tanto si va sul Brennero per proclamare la difesa del made in Italy, quasi una festa per ricordare il lavoro agricolo e il colore delle proprie bandiere. Una ricorrenza che quest’ anno ha però anticipato di qualche giorno l’evento dei forconi su scala nazionale.
Per quale motivo? Forse per lavarsi la coscienza di fronte alle istituzioni ecclesiastiche dimostrando di essere solidali con il mondo agricolo? Per raffreddare la disperazione della gente che vive nei campi? O per monopolizzare l’ attenzione dei media dimostrando la solidità dei propri valori?
A noi sembra che quelle radici antiche della solidarietà, che dovrebbero derivare dalla consapevolezza di vivere tutti sulla stessa terra, si siano affievoliti. Non bastano le ceste natalizie a favore delle persone “sordo-cieche” per testimoniare la propria solidarietà verso altri fratelli che soffrono, né i kit della solidarietà con proventi a favore della Lega del Filo d’Oro.
Gli insegnamenti della Chiesa ci ricordano che all´uomo sono affidati il territorio e gli animali: “Dio prese l´uomo e lo pose nel giardino dell´Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”. “Coltivare”, però, non significa sciupare, rapinare, saccheggiare!” “Custodire” il mondo equivale ad abitarlo come la propria casa, amarlo, salvaguardarlo da ogni attacco violento e distruttore.
Gli eventi della storia recente e le proteste odierne, tuttavia, attestano la vera e propria mancanza di una solidarietà autentica e concreta; provano, quindi, che il grido di allarme lanciato da anni dal mondo agricolo è rimasto inascoltato e, soprattutto, che il velo di ipocrisia che ammanta l’ attuale classe dirigente va sollevato! Ed è possibile attuare questo anche attraverso il contributo di una reale informazione.
Quando ci viene detto di “coltivare” la terra, si omette un principio, una linea di azione obbligatoria per tutti coloro che sono responsabili del problema della terra: persone investite di pubblica autorità, ma anche organismi di rappresentanza sindacale.
Chissa se la protesta dei forconi servirà a scuotere le loro coscienze!
Pensate, Vincenzo Gesmundo si coccola con uno stipendio da presidente della banca centrale europea, ma almeno li i soldi li mettono le banche, qui ragazzi li rimettiamo noi contadini.
RispondiEliminaCampagna Amica di coldiretti, anche da li vengono soldi, pensate che la coldiretti fa pagare alle aziende che fanno la vendita diretta dei soldi, dopo tutto quello che si prendono di contabilità di tessere ecc. ecc. ecc. esempio mercato campagna amica Napoli, coldiretti fa pagare dalle 35,00 ai 45,00 ad azienda partecipante ai mercatini, versando al comune solo la meta di tassa di occupazione pubblica, il resto dicono che va alle spese di gestione, macchè va ad arricchire chissà quanti vincenzini gesmundini.
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