domenica 26 maggio 2013





Oppure





Comunicato Stampa

Annata agricola 2013:
Più ombre che luci !


L’annata agricola 2013 si apre nel segno del pessimismo e dei soliti problemi che da anni attanagliano le aziende agricole.
Se il 2013 ci ha dato una primavera con molte precipitazioni che hanno contribuito a ripristinare le riserve idriche, queste hanno fatto però anche saltare molte semine e trapianti di colture importanti e creato problemi all’allegagione di specie quali l’albicocco, susino,  pesco, e problemi fitosanitari sull’actinidia,con una nuova esplosione del fenomeno batteriosi,che sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza di molti impianti( e delle aziende agricole),soprattutto nelle aree più vocate.
Si prevede quindi un significativo calo di produzione di albicocche, susine e in parte di pesche e nettarine, ancora da quantificare, causa anche le numerose grandinate che hanno già colpito il territorio romagnolo.
E come al solito le stime sui dati di produzione europei sull’ortofrutta non coincidono con la realtà.
Ci verrebbe da dire che un po’ meno produzione potrebbe portare a prezzi un po’ più alti, ma è proprio qui che nasce il pessimismo e il timore che ancora una volta non si riesca a valorizzare le nostre produzioni rischiando per l’ennesima volta, di non riuscire a far quadrare i bilanci delle aziende agricole.
Dopo un inverno trascorso nel silenzio, solo qualche mese fa si è provato a gettare le basi per l’accordo interprofessionale per pesche e nettarine,ma dopo pochi incontri, tutto è saltato senza essere riusciti a raggiungere alcun  obbiettivo a tutela della produzione agricola.
 Ci si chiede anche se l’OI (organismo interprofessionale) della pera costituito un anno fa, o il consorzio pera italiana siano entrati veramente in funzione, se questi organismi vengono utilizzati veramente per accordi commerciali e la valorizzazione del prodotto, o sono il solito apparato che serve come “specchio per le allodole”per dire che è stato fatto qualcosa.
Abbiamo un “sistema” pieno di enti (coop.ve, consorzi, OI) ma che in realtà non riescono a valorizzare veramente e concretamente le nostri produzioni.
D’altronde come possiamo pensare che chi presiede i nuovi enti possa portarci ad una soluzione dei problemi anche parziale, se sono le stesse persone che hanno “fallito” fino ad oggi??
Abbiamo il nostro “sistema romagnolo” dell’ortofrutta che non funziona e soprattutto continua a non dare risultati concreti ai produttori agricoli, abbiamo O.P, coop.ve, sovrastrutturate con alti costi di gestione, non c’è o quasi collaborazione o strategie commerciali fra di esse, piuttosto ci si fa concorrenza a discapito dei risultati dovuti agli agricoltori, i quali continuano a percepire liquidazioni più basse rispetto ad altre realtà di altri territori.
Un esempio su tutti è la mela “Pink Lady” che nelle varie strutture romagnole esce dai magazzini ad un prezzo di vendita di 1,4-1,5 al kg. (prima qualità)  e considerati  40-50 cent. di spese, rimane al netto 1 euro, mentre agli agricoltori conferenti sono stati liquidati circa 60 cent. (parlando di produzione 2011), mentre in strutture dell’Alto Adige il prodotto è stato liquidato con numeri ben diversi.
 Questo è solo un esempio, a noi agricoltori viene il dubbio che questo possa succedere, anche in misura minore, ma sempre rilevante, con altre produzioni.
Ed i commercianti, che magari hanno costi di gestione più bassi, si adeguano ai prezzi e…”ringraziano”!
Ma ora le cose devono cambiare non possiamo più produrre per “mantenere le nostre strutture” e non avere un reddito dignitoso per vivere, se non cambiano le cose, non saremo più in grado di investire per i rinnovi degli impianti e non potendo investire la conseguenza è la lenta morte del settore. 
Sembra che molti dei nostri rappresentanti non abbiano ancora capito tutto questo e pensano ancora a “tirare a campare” seduti su una “poltrona”, o addirittura cercando di crearne delle nuove o alternative, vedi la nascita di UE.COOP di Coldiretti, una nuova centrale cooperativa che non serve alla sopravvivenza delle aziende agricole,ma più probabilmente alla sopravvivenza della organizzazione,con il rischio di dividere ancor di più il mondo agricolo.
Perchè una grande organizzazione agricola come la Coldiretti,che ha la maggioranza dei suoi uomini nei C.d.A. degli enti,dei consorzi,delle O.P. e coop.ve,non si adopera per far funzionare meglio( e dare concreti risultati agli agricoltori), con ciò che già è in essere?
In ultimo e non per ultimo  sta arrivando anche l’ennesima “mazzata” burocratica sotto forma di norme per la sicurezza, norme che comporteranno molti costi alle aziende, ma che in molti casi non serviranno a migliorare in modo semplice e pratico la sicurezza sul lavoro, ma che sicuramente porterà ulteriori“incassi” all’indotto e alle associazioni agricole che dovranno seguire l’iter,soprattutto burocratico,della messa a norma delle aziende.
 E dove è finita la  sburocratizzazione promessa dalla Regione Emilia-Romagna??
In realtà  si sta facendo l’esatto contrario, perché oltre ad aumentare le pratiche su tutto ciò che concerne le attività agricole,anche altre pratiche passeranno dalla  mani dei  burocrati regionali (costo indiretto), alle associazioni(da qualcuna di queste chiamata anche “buona burocrazia”) e diventeranno un costo diretto per noi agricoltori.
Pur nutrendo una grande passione per il nostro lavoro viene voglia di “mollare” tutto per non rischiare il fallimento nell’indifferenza e soprattutto per l’incapacità dei nostri  rappresentanti e della politica, di dare le risposte adeguate che il settore si aspetta e si merita.


                                                                                                      Il Consiglio di Amministrazione G.T.A


 A prova di ciò che è scritto sopra, in trentino l'agricoltura da redditoda noi...... ??


martedì 7 maggio 2013

PEC

 Quanto mi costi  ???

  

Sentendo alcune associazioni sembrerebbe molto:

dopo le nostre discussioni su facebook e gli sms GTA è successo un pò di casino.
Sembra che alcune associazioni abbiano calato i prezzi, sembra di essere al mercato....NON DEL "BARATTO" !!
Confagricoltura rimane sui 35 euro attivazione per il disbrigo della pratica ma dice che la CAMCOM non vuole niente il 1° anno. gestione ancora da decidere, preferisce NON gestirle.
Cia: deve essere rimasta sui 90 euro non sappiamo bene come spartiti.
Coldiretti: ad alcuni ha chiesto 70 attivazione 50 gestione, ad altri 60+ 40
ad altri 45+ 55 dichiarando che 35 vanno alla CAMCOM, (falso CAMCOM GRATIS IL 1° ANNO a Ravenna).
Cara Coldiretti non lavori certamente sotto costo e ne è la prova il fatto che gli SMS GTA (idea mia) ti danno fastidio.
Sappiate che l'attivazione su internet costa 5-10 euro (poste 5 euro) quindi il resto sono quasi tutti guadagni delle associazioni,.....COMPRESO????
QUESTO SOCIO PARE AVER COMPRESO BENISSIMO!!

Estrapolato da facebook

 Raffaele Barbanti

Salve. Sono un agricoltore di Ravenna.
quest’anno devo fare la posta elettronica certificata con firma digitale.
La coldiretti mi ha chiesto 15 euro annuali di spese (7 per l’azienda certificatrice, 8 per loro) 45 per l’iscrizione alla camera di commercio e 40 per la gestione. Alle domande come venissero spesi questi soldi risposte vaghe. Stamattina sono andato ad informarmi alla camera di commercio , la firma digitale me la danno GRATIS. La PEC l’ha faccio con ARUBA gratis il primo anno poi 5 euro l’anno.
L’iscrizione alla camera di commercio è gratis e si fa dietro un terminale con firma digitale .
la gestione si fa col software che ARUBA mette a disposizione. Te credo che non rispondete quando vi si chiede a chi servono quei soldi che chiedete… complimenti, su una cosa che si fa con 15 euro il 1° anno poi con 5 all’anno ne chiedete 100….complimenti siamo ridotti a doverci difendere dal nostro sindacato.

 

venerdì 3 maggio 2013

                                      Confcooperative              Coldiretti

Questa volta che sia veramente così???

Con la nascita ("inutile e dannosa"?? per gli agricoltori e non solo)
di UE.COOP Coldiretti 6° centrale cooperativa
cosa succederà in confcooperative???
A livello locale continueranno ad "inciuciare" o si prenderanno decisioni
preciso verso un rinnovo e rinnovamento della cooperazione??
Sappiamo per ora che a rimetterci sono sempre gli agricoltori, mentre "loro"
lavorano per ........la poltrona!!!
Sarà possibile che mentre gli agricoltori calano di numero, gli apparati
crescono ancora e dividono ancor di più il mondo agricolo.
Vorremmo vedere poi il fatturato di queste cooperative di UE.COOP,
tutte o quasi "mini" cooperative più o meno vere!


Il Mise ha riconosciuto la sesta centrale cooperativa, che fa capo a Coldiretti. E – da quanto apprende AGRICOLAE – avrebbe notificato oggi ai vertici di Palazzo Rospigliosi la nascita di Uecoop con tanto di decreto di riconoscimento. Il segretario generale della Coldiretti e il presidente Sergio Marini avrebbero inviato un sms ai “fedelissimi” – di cui AGRICOLAE è venuto in possesso – per “ringraziare” tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita dell’operazione. I due leader della Coldiretti parlano di diritto democratico sancito dalla Costituzione con cui si apre una nuova stagione della rappresentanza. Per la Coldiretti si tratta di un successo politico raggiunto nonostante gli “infruttuosi tentativi di avversione”. Dopo lo “stallo” che si era creato in fase di valutazione, la palla era passata al ministro uscente Corrado Passera. “Il decreto è stato firmato dal ministro la settimana scorsa e questa settimana sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale”, fanno sapere dal MISE ad AGRICOLAE.