Gli Agricoltori lavorano con le mani ed il cuore se iniziassero ad usare la testa, manderebbero a casa qualcuno a calci in ......!!!!
BILANCIO ANNATA 2012
BILANCIO ANNATA 2012
Voglio giocare d’anticipo e
dare un primo bilancio dell’annata 2012 aspettando gli acconti e liquidazioni a
venire e liquidazioni uva 2011.
Se l’annata è stata buona per il settore viticolo (chi aveva i q.li), e si può dire discreta (sembra) per susine e mele, considerato comunque che manca molto prodotto, per la pera sembra una questione un po’ diversa, manca prodotto quindi il prezzo è discreto e non da molte preoccupazioni, però si vende lentamente almeno a seconda di alcuni pareri.
Kiwi ci sono buone speranze di prezzi discreti, ma anche qui manca produzione.
Sottolineo che i prodotti sopracitati vanno discretamente per cause “naturali” non per merito dei nostri rappresentanti e direttori commerciali.
Il problema come già da anni viene dalle pesche e nettarine più difficili da gestire commercialmente, questo si ma qui nessuno fa niente per migliorarsi.
le liquidazioni si aggireranno con una media di 30-33 nelle O.P e 33-37 dai commercianti privati, poi sappiamo essere stata venduto prodotto medio buono in natura a 50-60 cent..
Ricordiamoci che i commercianti privati non hanno doveri verso chi gli vende la frutta nel senso che il prezzo lo fa chi è più scaltro!!
Quest’anno molto caldo, mancanza di prodotto il mercato tirava, molto calibro piccolo ma nel “SISTEMA ORGANIZZATO” mancano liquidazioni adeguate all’annata, addirittura qualcuno che non sapeva dove vendere il grosso calibro.
Poi sappiamo che liquidazioni di patate e cipolle essere attorno a 25 cent. da privati, più bassi nelle cooperative ed O.P.
Se l’annata è stata buona per il settore viticolo (chi aveva i q.li), e si può dire discreta (sembra) per susine e mele, considerato comunque che manca molto prodotto, per la pera sembra una questione un po’ diversa, manca prodotto quindi il prezzo è discreto e non da molte preoccupazioni, però si vende lentamente almeno a seconda di alcuni pareri.
Kiwi ci sono buone speranze di prezzi discreti, ma anche qui manca produzione.
Sottolineo che i prodotti sopracitati vanno discretamente per cause “naturali” non per merito dei nostri rappresentanti e direttori commerciali.
Il problema come già da anni viene dalle pesche e nettarine più difficili da gestire commercialmente, questo si ma qui nessuno fa niente per migliorarsi.
le liquidazioni si aggireranno con una media di 30-33 nelle O.P e 33-37 dai commercianti privati, poi sappiamo essere stata venduto prodotto medio buono in natura a 50-60 cent..
Ricordiamoci che i commercianti privati non hanno doveri verso chi gli vende la frutta nel senso che il prezzo lo fa chi è più scaltro!!
Quest’anno molto caldo, mancanza di prodotto il mercato tirava, molto calibro piccolo ma nel “SISTEMA ORGANIZZATO” mancano liquidazioni adeguate all’annata, addirittura qualcuno che non sapeva dove vendere il grosso calibro.
Poi sappiamo che liquidazioni di patate e cipolle essere attorno a 25 cent. da privati, più bassi nelle cooperative ed O.P.
……….Che sta succedendo???
Perché le O.P non vogliono cambiare, è ancora conveniente investire per chi è dentro le O.P, a chi è utile l’OCM distribuita in questo modo se non alle strutture per assicurarsi il prodotto o ai vivaisti che aumentano sempre il prezzo delle piante??
Non è forse ora visto l’imminente rinnovo dell’OCM ortofrutta di cambiare “le regole del gioco” e mettere l’OCM veramente a disposizione degli agricoltori per garantire un adeguata remunerazione???
Non è più concepibile usare l’OCM per garantire il prodotto a delle strutture che non riescono e forse …….non si impegnano a fondo (aggredire i mercati e strategie tra cooperative) per remunerare i prodotti degli associati.
Gli Agricoltori invece di lamentarsi sarebbe ora si svegliassero e iniziare a votare contro a quanto gli si cerca di imporre.
La soluzione al problema per me c’è, anzi le soluzioni, nel senso che le cose da fare sono più di una, la più importante è che gli agricoltori si coalizzino, si sveglino e mandino a casa chi ha fallito, chi non ascolta gli associati, chi non vuole cambiare ed ostacola il cambiamento.
Insomma conviene ancora investire usando l'OCM legandosi a strutture che non riescono a remunerare il prodotto???
Perché le O.P non vogliono cambiare, è ancora conveniente investire per chi è dentro le O.P, a chi è utile l’OCM distribuita in questo modo se non alle strutture per assicurarsi il prodotto o ai vivaisti che aumentano sempre il prezzo delle piante??
Non è forse ora visto l’imminente rinnovo dell’OCM ortofrutta di cambiare “le regole del gioco” e mettere l’OCM veramente a disposizione degli agricoltori per garantire un adeguata remunerazione???
Non è più concepibile usare l’OCM per garantire il prodotto a delle strutture che non riescono e forse …….non si impegnano a fondo (aggredire i mercati e strategie tra cooperative) per remunerare i prodotti degli associati.
Gli Agricoltori invece di lamentarsi sarebbe ora si svegliassero e iniziare a votare contro a quanto gli si cerca di imporre.
La soluzione al problema per me c’è, anzi le soluzioni, nel senso che le cose da fare sono più di una, la più importante è che gli agricoltori si coalizzino, si sveglino e mandino a casa chi ha fallito, chi non ascolta gli associati, chi non vuole cambiare ed ostacola il cambiamento.
Insomma conviene ancora investire usando l'OCM legandosi a strutture che non riescono a remunerare il prodotto???
Finisco con un interrogativo:
“Ma quello che è successo alla CEPAL (fallimento) non sarà il primo caso di un processo che è solo all’inizio di un effetto domino delle strutture organizzate, visto quello che si sente in giro???”
“Ma quello che è successo alla CEPAL (fallimento) non sarà il primo caso di un processo che è solo all’inizio di un effetto domino delle strutture organizzate, visto quello che si sente in giro???”
Fermarsi è peggio.
RispondiEliminaSono scelte difficili... Si cerca di non fermarsi e cercare di investire su articoli che portino reddito... Anche se non è facile...
allora bisogna essere chiari se a una qualsiasi op tu togli circa tre mesi di di prodotto xke all agricoltore non rende automaticamente devi spalmare i costi fissi sui restanti con la matamatica certezza che perdi competitivita , quindi bisogna farsi PAGARE il dovuto su ogni tipologia di prodotto
RispondiEliminaIntanto bisognerebbe togliere il vincolo a tutti i soci di O.P.,perchè come mi detto Gianfranco che si è informato non è obbligatorio, ma lo devono votare i soci.E' sufficiente che i diritti dell'OCM vengano trasferiti da un'OP all'altra nel passaggio del socio da una struttura all'altra.Ma gli agricoltori devono svegliarsi però!
RispondiEliminaDare la possibilità di cambiare OP e realizzare una "portabilità" dell'OCM forse potrebbe innescare un pò più di concorrenza sull'efficenza delle strutture. Sono d'accordo ma bisognerebbe che almeno una di queste facesse uno scatto in avanti con qualcosa di veramente innovativo invece volano tutte basso, e cosa cambi a fare?Per mezzo centesimo in più o in meno? Siamo fermi da troppo tempo sempre le solite teste e i soliti ragionamenti ai vertici. Occorre un cambiamento della portata di quello che ci fu quando si crearono le prime cooperative negli anni 60. Secondo voi siamo pronti?... Ha ancora da passa' a nuttata!
RispondiEliminaChi non è pronto a cambiare,deve essere pronto a ...prenderlo in quel posto!
RispondiEliminadirei deve essere pronto a morire, che in quel posto a qualcuno piace
RispondiEliminaBisogna cambiare l'OCM in modo concreto!!!
RispondiEliminaRISPOSTA DEL FUNZIONARIO DELLA REGIONE ALLA DOMANDA SU VINCOLO CONFERIMENTO OCM, QUANDO NELLE O.P CI RACCONTANO CHE è L'UE CHE VUOLE IL VINCOLO DI CONFERIMENTO è UNA GROSSA BALLA DEI DIRIGENTI DELLE O.P.
RispondiEliminaPOI C'è QUALCHE DIRETTORE CHE DICE CHE SIAMO NOI SUL BLOG A DIRE STRONZATE!!
Relativamente alla Sua domanda le preciso che la regolamentazione Comunitaria stabilisce che le Organizzazioni dei Produttori (OP) devono porre in atto tutte le procedure necessarie a garantire che gli investimenti realizzati con il fondi dell’OCM non vengano distolti prima della scadenza dei programmi operativi o della loro durata per l’ammortamento (da 3 a 5 anni in linea generale).
A livello di OP nella regione Emilia-Romagna, l’impegno di conferimento derivante da un impianto realizzato con i fondi OCM è definito a livello dello statuto interno e approvato dalla assemblea dei soci.
In linea di massima tale impegno di conferimento è fissato ad minimo di 7 anni fino a 10 con eccezioni per alcune specie anche a periodi più lunghi.
A disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti si porgono
Distinti saluti.
A questo punto è indubbio che le O.P.hanno come strategia principale ottenere quantitativi di prodotto tali da poter gestir e al meglio i costi fissi e vincolare il più possibile il socio.
RispondiEliminadirei piu che vincolare impiccare i soci 10 anni sono un eternità, ci possno essere mille perchè per non poter adempiere alla durata.
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